Nel sistema giudiziario ateniese il magistrato non emetteva il giudizio ma guidava la seduta mentre il giudizio veniva dato da una corte apposta. Tutti i processi venivano istruiti dall’arconte re, solo quelli per omicidio nei confronti dei cittadini ateniesi e gli altri processi avevano una seduta preliminare davanti all’arconte re e poi trasmesse a corti specifiche. Un episodio famoso è quello che riguarda il filosofo Socrate, il quale ebbe davanti all’arconte re una prima udienza per processarlo per empietà ma riuscì ad evitarla nel 309 a.C. per aver oltraggiato le istituzioni ateniesi e corruzione di giovani e venne rigiudicato da un tribunale civile idoneo a tali sentenze. I processi per omicidio volontario si tenevano sull’Areopago. Nella Stoà Basilea vi era una pietra lasciata idealmente grezza ed è stata riconosciuta come la litos davanti alla quale prestavano giuramento gli arconti prima di entrare in carica, dovevano giurare di rispettare le leggi, di non farsi corrompere e se accadeva dovevano pagare una multa salatissima erigendo una statua d’oro. Le fonti dicono che sulla pietra venivano poste le vittime sacrificali degli arconti che venivano tagliate a pezzi. Lo stesso giuramento lo si ripeteva anche sull’Acropoli dopodiché entravano regolarmente in carica. La pietra è larga 3m profonda 1m e alta 0.45m, non è levigata ed è lasciata rozza per sottolineare l’antichità del giuramento. Anche sull’Areopago vi sono due pietre grezze, su una ci si sedeva l’accusato e sull’altra l’accusatore, erano sedili che venivano chiamati “Pietra dell’Oltraggio” e “Pietra del Rancore”. Si sa che la Stoà Basilea oltre ad accogliere le attività dell’arconte re serviva anche per le riunioni del Consiglio dell’Areopago e per la conservazioni delle leggi, prima di tutte quelle di Solone su cui però vi è un problema che non ha trovato soluzione perché le fonti raccontano cose poco chiare. Aristotele parla dicendo: “Nella Stoà Basilea, erano conservate le leggi di solone incise su oggetti di bronzo detti Kyrbeis.”, alla fine del IV Secolo a.C., nel II Secolo Pausania e Plutarco raccontavano diversamente: “nell’Antico Pritaneo, erano conservate le leggi di Solone, iscritte su oggetti di legni detti, Axones”; una terza testimonianza viene da Polluce nel II Secolo d.C. e dice: ”In origine sull’Acropoli, erano conservate le leggi di Solone, incise su oggetti di bronzo rotanti a forma di piramide detti Kyrbeis e su oggetti di legno rotanti a forma di prismi quadrangolari detti Axones.” In un secondo momento Efialte fece trasferire questi oggetti in parte nell’agorà e in parte nel Pritaneo. Efialte era un personaggio che cercò di attuare una riforma democratica radicale e fu quello che ridusse enormemente i poteri dell’Areopago. Molti studiosi hanno avanzato soluzioni varie e quella che sembra più attendibile è di uno studioso americano Stoud: bisogna risalire al corpus leggi di Draconte, nel VII Secolo a.C. che furono iscritte su oggetti di legno detti Axones, poste sull’Acropoli, però il legno era deperibile e quindi esposte in un luogo riparato dalle intemperie, poi nel 594 a.C. Solone sostituisce le leggi di Dracone, ma solo quelle sugli omicidi e vengono conservate gli Axones di legno relative alla parte di Draconte, mentre una nuova serie di Axones sostituiva quelli vecchi ed erano sempre ricoverati in luogo chiuso. Si pensa che gli ateniesi abbiano copiato queste leggi su oggetti più durevoli ad esempio i Kyrbeis con forma piramidale rotante in bronzo addirittura in pietra e potevano stare all’aperto e viste da tutti i cittadini, la cui maggioranza era analfabeta ma sapevano cosa contenevano. Stoud pensava: “il quale tolse tutto dall’Acropoli e trasferì gli Axones nel Pritaneo mentre i Kyrbeis nella Stoà Basilea.” Un’altra cosa importante relativa alle leggi e che nell’ultimo decennio del V Secolo a.C. durante il periodo turbolento di Atene, ovvero il periodo vicino la Guerra del Peloponneso, nel 411 a.C. la città viene governata da un regime oligarchico cosiddetto dei 400 che abbatté il governo e restaurò la democrazia e quindi si decise di rivedere tutto il corpus di leggi per prepararne uno nuovo. Questa nuova redazione fu collocata nella Stoà Basilea confermata da un’iscrizione su una grande stele di marmo che non è stata ritrovata nella Stoà perché riutilizzata in una costruzione nell’agorà, dal testo si capisce che la sua posizione originale era la Stoà perché viene citata esplicitamente, la parte centrale è sparita e rimangono le prime righe e i lati. Dalla prime righe si capisce che è una revisione delle leggi di Dracone, le linee 4-8 si dice: “i redattori delle leggi trascrivano le leggi di Draconte sugli omicidi avendone ricevuto il testo dal re su una stele di marmo con l’ausilio del segretario della Boule e la pongano davanti alla Stoà del Re.”
Il sistema giudiziario nell’Atene Antica
di Simone Riemma
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By Simone Riemma
Studente del corso in Civiltà Antiche ed Archeologia: Occidente dell'Università degli Studi di Napoli - Orientale. Sono CEO e founder dei siti: - www.storiaromanaebizantina.it assieme al mio collega dott. Antonio Palo (laurea in archeologia) - www.rekishimonogatari.it assieme alla dott.ssa Maria Rosaria Formisano (laurea magistrale in lingua e letteratura giapponese e coreana) nonché compagna di vita. Gestisco i seguenti siti: - www.ganapoletano.it per conto dell'Associazione culturale no-profit GRUPPO ARCHEOLOGICO NAPOLETANO Le mie passioni: Storia ed Archeologia, Anime e Manga.