1/3) 29 a.C.: Roma – Giulio Cesare Ottaviano, tiene il primo dei tre trionfi consecutivi a Roma; inaugurazione arco trionfale nel Foro.
Con la vittoria di Azio su Antonio e la regina egiziana Cleopatra nel 31 a.C. così come la successiva annessione dell’Egitto come provincia romana nel 30 a.C. terminano le guerre civili e Ottaviano diviene “de facto” sovrano su Roma. Egli si assicura costanti rifornimenti di grano e può pagare i suoi soldati. A tal fine, ottiene un trionfo su Cleopatra e anche un altro per la sottomissione dell’Egitto. È ulteriormente onorato dal Senato con due archi trionfali, uno a Brundisium (Brindisi), il primo luogo toccato da Ottaviano al suo ritorno in Italia dopo la vittoria di Azio, e l’altro nel Foro Romano a Roma.
Ottaviano ad Azio però non aveva combattuto solo contro la regina egiziana, ma anche e soprattutto contro le forze romane di Marco Antonio: Ottaviano quindi cercò di bandire dalla memoria pubblica ogni memoria del suo rivale attraverso una celebrazione trionfale abilmente progettata. Egli celebra così un triplice trionfo sulle vittoriose campagne in Dalmazia (37-35 a.C.), ad Azio (31 a.C.) e in Egitto (30 a.C.), per tre giorni di festeggiamenti. Celebrando un trionfo senza precedenti, con il bottino trascinato e la presentazione dei prigionieri di guerra presentati, Ottaviano voleva vedere unito il successo contro i nemici stranieri e la vittoria su Marco Antonio evitando una menzione esplicita di quest’ultimo. Pertanto, si può presumere che l’arco Aziaco sia stato autorizzato dal Senato, non sul tema della vittoria nella guerra civile, bensì sulla sconfitta dei nemici esterni. Progettando la battaglia di Azio, come una vittoria sulla regina egiziana Cleopatra e sulla provincia egiziana questo monumento va inteso in chiave del doppio successo contro l’Egitto nemico – ex Actio ed ex Aegypto.
2/3) 408 d.C.: Ticinum (Pavia) – Alcuni reparti dell’esercito si ribellano ai loro ufficiali e al generale di origine vandala Stilicone. La rivolta è istigata dal magister officiorum Olimpio, che doveva le sue fortune proprio a Stilicone. A farne le spese furono i principali esponenti della fazione che prediligeva il dialogo con la componente barbara dell’Impero. Tra questi vengono assassinati il præfectus prætorio Galliarum Limenio, quello d’Italia Macrobio Longiniano (colpito dalla damnatio memoriæ), il magister militum per Gallias Cariobaude, il magister officiorum Nemorio, il comes sacrarum largitionum Patroino, il comes domesticorum e quaestor sacri palatii Salvio, il magister equitum Vincenzio. La morte di questi esponenti segna il lento declino del potere di Stilicone che, privo di appoggi e sostenitori influenti, viene screditato dallo stesso Olimpio presso l’imperatore d’Occidente Onorio.
3/3) 582 d.C.: Costantinopoli – Muore l’imperatore d’Oriente Tiberio II Costantino; viene incoronato il successore designato Flavio Maurizio Tiberio, genero del defunto imperatore (avendone sposato la sua figlia Costantina) già magister militum per Orientem. L’incoronazione di Maurizio è un’auto-incoronazione: il nuovo autocrate indossa da sé sia il clamide (il manto regale) che il maniakon (il collare imperiale).
[X]