I. 46 a.C.: Utica – Muore suicida Marco Porcio Catone Uticense. Catone, rifugiatosi ad Utica dopo la battaglia di Tapso, non voleva abbassarsi a chiedere grazia; perciò diede a coloro che volevano partire i mezzi per il viaggio, pranzò con tranquillità, trascorse le ultime ore in discussioni filosofiche e nella lettura di alcuni passi del Fedone di Platone, ovvero il libro che parla della sopravvivenza dell’anima dopo la morte, poi si trafisse con la spada il ventre dopo aver letto il libro per l’intera nottata, esclamando: «Virtù, non sei che una parola» prima di trafiggersi con la spada.
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II. 45 a.C.: (Hispania) – Dopo essere sfuggito alla cattura in seguito alle battaglie di Tapso e di Munda contro Giulio Cesare, Gneo Pompeo, figlio maggiore di Gneo Pompeo Magno (triumviro repubblicano) viene catturato e ucciso con l’accusa di tradimento. Sfugge invece alla cattura suo fratello Sesto, che fugge in Sicilia con le residue forze repubblicane.
III. 238 d.C.: Cartagine – Fuori le mura di Cartagine si affrontano in battaglia le forze di Gordiano I (proconsole d’Africa) e di suo figlio Gordiano II, in rivolta contro l’imperatore Massimino il Trace, e la Legio III Augusta di stanza in Numidia guidata dal governatore Capeliano, fedele a Massimino. La battaglia viene vinta da quest’ultimo, grazie proprio alla maggiore esperienza in battaglia della sua legione (secondo l’Historia Augusta anche una tempesta che aveva fiaccato i rivoltosi); Gordiano II muore in battaglia, mentre il padre Gordiano I, rimasto a Cartagine, appresa la notizia della morte del figlio si impicca.
Sbaragliato l’esercito dei Gordiani, Capeliano riesce anche ad entrare a Cartagine e sottopone la città e i suoi templi ad un violento saccheggio, il cui bottino viene spartito tra le sue truppe; molti cittadini vengono uccisi indiscriminatamente, mentre ai sostenitori dei Gordiani, condannati a morte, vengono persino confiscati tutti i loro beni. In seguito gli stessi episodi di repressione a Cartagine si avranno in tutte le città della provincia. Secondo alcune fonti la rivalità tra Gordiano I e Capeliano, oltre ad avere motivazioni di carattere personale (dispute legali), sta anche nel desiderio da parte di Capeliano di supportare Massimino con l’intento futuro di prenderne il posto come imperatore: in questo modo egli avrebbe visto Gordiano come un potenziale rivale prima suo che di Massimino, e allo stesso tempo la repressione e la confisca (con spartizione) dei beni sarebbe stata un mezzo per avere il sostegno dell’esercito.
Intanto a Roma la sconfitta dei Gordiani ha grande risalto: l’ultimo superstite della famiglia, Gordiano III, nipote di Gordiano II, riconosciuto già come cesare dal Senato, mantenne tale titolo venendo affiancato dai senatori Pupieno e Balbino, nominati imperatori per affrontare la discesa in Italia di Massimino il Trace, nominato “nemico pubblico”.
IV. 240 d.C.: Ctesifonte – Viene nominato successore dal padre di fronte ad una assemblea di notabili, e compare nel bassorilievo dell’incoronazione di Ardashir a Naqš-e Rajab, Sapore I re dei Sasanidi: un rilievo a Naqš-e Rajab raffigura Sapore che riceve il diadema regale stando a cavallo. Padre e figlio governano insieme per un anno, prima che Ardashir si ritirasse a vita privata.
V. 467 d.C: Roma – Antemio Procopio giunge a Roma e viene incoronato imperatore d’Occidente. Questi era stato mandato in Italia appositamente dall’imperatore d’Oriente Leone I scortato dal magister militum per Illyricum Marcellino. La scelta da parte di Leone ricadde su di lui proprio per contrastare Genserico e i Vandali che avevano chiesto la porpora per Anicio Olibrio (imparentato con il re dei Vandali).
VI. 1204 d.C.: Costantinopoli – I Crociati, ingaggiati dal principe bizantino Alessio IV Angelo per riacquistare il trono ai danni dello zio usurpatore ma non liquidati, attaccano Costantinopoli e la sottopongono ad un violento saccheggio. L’imperatore Alessio V Ducas, che aveva preso il posto di Alessio IV con una congiura, di vedute anti-latine, fugge dalla città: nel caos generale viene eletto imperatore Costantino XI Lascaris, che ripara con le forze superstiti in Asia Minore, dove fonderà l’Impero (bizantino in esilio) di Nicea. La capitale Costantinopoli viene così violata per la prima volta dalla sua fondazione nel 330 d.C. sotto l’imperatore romano Costantino.
Per maggiori approfondimenti in merito segnaliamo questo interessantissimo articolo: Sacco di Costantinopoli (1204) a cura di imperobizantino.it.
VII. 1453 d.C.: Costantinopoli – 300 navi turche al comando dell’ammiraglio ottomano Balta Oghlu, attraccando nel porto del Diplokionon, completano il blocco della città, che viene sottoposta ad “un bombardamento intenso e incessante”.
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