Questa data non fu certo un evento traumatico per chi la visse e tantomeno un evento da ricordare per gli storici dell’epoca tardo-antica, ma di fatto pose fine alla lunga agonia dell’Occidente romano. Vediamo cosa accadde quel giorno.
Antefatto storico. Lo stato in cui era ridotta la dignità imperiale per mano dei generali barbari (magistri militum) che spadroneggiavano a corte, indusse i sovrani di Costantinopoli a prendere sotto la loro loro tutela l’Impero romano d’Occidente e, dopo la morte del generale Ricimero, l’imperatore d’Oriente, Leone, designò al trono d’Occidente un proprio generale, Giulio Nepote, che aveva sposato sua nipote. Giulio Nepote cercò di consolidare i territori dell’Italia e della Gallia che ancora si trovavano sotto il controllo dell’Impero d’Occidente in maniera diplomatica, ma ormai l’autorità imperiale era alla mercé degli eserciti romani e barbarici e fu costretto a cedere l’Alvernia, provincia della Gallia, ai Visigoti che se ne erano impadroniti. Contro questo cedimento insorse il suo generale Oreste, d’origine gotica, il quale lo destituì e al suo posto nominò il figlio Romolo, che era appena adolescente e per la sua giovane età, o forse anche per scherno, fu denominato Romolo Augustolo. Quindi, con le sue milizie, marciò contro Ravenna, dove si trovava Giulio Nepote, il quale lasciò la città e si rifugiò nei suoi possedimenti in Dalmazia.
Romolo, secondo fonti diverse, aveva tra i dieci e i quattordici anni, e non era quindi in grado di assumere le responsabilità del governo imperiale. L’effettivo potere fu detenuto da Oreste e durò poco tempo (474-475).
Agosto 476 d.C. Scoppiò una ribellione tra i contingenti barbari (in gran parte mercenari Eruli) dell’esercito di stanza in Italia, che reclamavano per i loro servigi (tra i quali l’allontanamento dell’ex imperatore Giulio Nepote) un terzo delle terre possedute dai grandi latifondisti. La richiesta, che comportava la spoliazione dei più ricchi e autorevoli proprietari italici, non fu accolta. Al rifiuto dei Romani, Odoacre si fece nominare re (dei barbari) e promettendo ai suoi soldati ciò che era stato loro negato, si scontrò con il potere centrale. In un primo scontro Odoacre ebbe la meglio su Oreste, che fu catturato e ucciso.
4 settembre 476 d.C. avvenne lo scontro decisivo presso la capitale Ravenna: il fratello di Oreste, Paolo, fu ucciso e Romolo Augusto fu deposto da Odoacre, che rimandò le insegne imperiali a Costantinopoli, chiedendo l’approvazione all’imperatore d’Oriente Zenone del titolo di rex. Odoacre risparmiò la vita al giovane imperatore in virtù proprio della sua giovane età. Romolo Augustolo fu esiliato a Napoli e rinchiuso nell’antica villa di Lucullo, il Castellum Lucullianum che corrisponde all’attuale Castel dell’Ovo (che sorge sull’isolotto di Megaride). Secondo alcune fonti, gli fu anche concesso un vitalizio di seimila solidi annui, pari alla rendita di un senatore facoltoso, per consentirgli di vivere con i propri parenti in maniera dignitosa.
Ecco ora alcune considerazioni giuridiche e storiografiche degli eventi descritti:
Che fine fece l’imperatore legittimo Giulio Nepote? Odoacre destituì sì Romolo Augustolo e si sottomise all’autorità dell’imperatore d’Oriente Zenone, ma le cose non sarebbero tutte dovute andare proprio così. Zenone, accettando ad Odoacre il titolo di “re”, aveva invitato questi a riconoscere il legittimo imperatore Giulio Nepote, esiliato anni prima da Oreste. Odoacre non invitò mai Nepote a ritornare in Italia come imperatore, ma nonostante questo le monete coniate (da Odoacre) recavano il nome di Nepote. Giuridicamente parlando, quindi, nel 476 d.C. vi erano due imperatori nella norma (Occidente e Oriente) e, solo dopo la morte del collega d’Occidente, Zenone assunse formalmente il titolo di imperatore unico di tutte e due le parti dell’Impero.
Quanti “medioevi”? La caduta dell’Impero romano d’Occidente segnò (per la storiografia moderna) il Medioevo, ovvero il passaggio dall’età antica a quella moderna (1492, scoperta dell’America). L’anno 476 d.C. però non è accettato da alcuni storici: alcuni lo anticipano al 313 (Editto di Costantino), altri al 385 (morte di Teodosio e divisione permanente tra Oriente e Occidente), altri ancora al 586 (anno dell’invasione longobarda dell’Italia). Si tratta comunque di discordanze cronologiche che riguardano un po’ tutta la storia: basti pensare che anche la fine del Medioevo stesso potrebbe benissimo essere fatta risalire (in alternativa al 1492) anche al 1453 (fine della Guerra dei Cento Anni tra Inghilterra e Francia; caduta di Costantinopoli e fine Impero romano d’Oriente) o al 1517 (Riforma Protestante).