Via Latina
Il nome della via è in stretta connessione con il territorio attraversato (quello della vecchia Lega latina), sottomesso nel corso del IV secolo a.C. e chiamato dopo la conquista Latium Novum. Fu una delle arterie viarie maggiormente sfruttate dai Romani nella conquista del Lazio, della Campania e del Sannio. Tito Livio ne ricorda l’utilizzo fin dalla prima età repubblicana, durante la seconda guerra sannitica (IV secolo a.C.) e nello scontro tra Romani e Cartaginesi, quando fu percorsa da Annibale (II, 39; X, 36; XXII, 12; XXVI, 8, 9), Strabone (V, 3, 9-11) dà una descrizione dettagliata delle località attraversate da Roma a Casilium. Viene descritta dall’Itinerarium Antonini solo fino ad Anagni, mentre la Tabula Peutingeriana la fa giungere fino a Capua. Fu percorsa già in epoca preistorica, quale via di comunicazione fra Lazio e Campania. Tuttavia il tratto da Cassino a Capua fu costruito dopo il 312 a.C., poiché legato alla penetrazione romana in Campania, conclusasi agli inizi del II secolo a.C.
Itinerario
Partendo da Roma e dividendosi dalla via Appia, da Porta Capena, la via Latina punta verso Tusculum (Tuscolo), nei Colli Albani, che ancora oggi conserva l’antico tracciato, scendeva verso la piccola città di Algidum (oggi presso Cava dell’Aglio), nei pressi del passo dell’Algido, che fu importante nella prima storia militare di Roma. Lasciati i Colli Albani, ricalcando la statale 6 si arriva fino a Frosinone, discendendo poi la valle e le colline su cui si innestano Agnani, Ferentino e Alatri. Uscendo poi da Frosinone si prosegue in direzione di Ceprano, non più ricalcata dalla moderna strada – da Frosinone sono individuabili per 10 km i tratti della strada -, per poi superare il fiume Liri tramite un ponte e giungere così a Fregellae. Da qui si divide in due percorsi: il primo collega direttamente Ceprano verso l’attuale stazione di Roccasecca sul Melfa; l’altro, con direzione sud-est per poi risalire a nord, venne costruito dopo la distruzione di Fregellae da parte di Roma (125 a.C.) con direzione sempre Roccasecca. Da qui tramite un rettifilo si giunge diretti ad Aquino. Sulla base del rinvenimento di alcuni miliari, da Aquino la via Latina si divideva in due percorsi: il primo, più antico, scendendo a sud nella zona di fondovalle, attraversava la colonia latina di Interamna Lirenas, fondata nel 312 a.C. giungendo fino alle colline di Cassino. Il secondo tracciato, invece, da Aquino procedeva a est lambendo il centro di Cassino, per poi ricongiungersi con il primo tracciato presso l’odierna stazione di Rocca d’Evandro. Procedendo in direzione Roccamonfina, giungeva in prossimità di Caianello, dove si conservano tracce di lastricato. La direttrice passava poi a est di Teano e con un rettifilo giungeva a Calvi Vecchia (l’antica Cales, colonia fondata nel 334 a.C. come avamposto romano in Campania). Il tracciato proseguiva a sud verso la pianura in parallelo con il fiume Volturno, con un lungo rettifilo per un tratto parallelo all’autostrada del Sole. Infine la via Latina, seguendo un percorso ricalcato dalla statale 7, giunge a Casilinum. Qui la via superava il Volturno su un ponte conservato solo nei resti dei piloni e confluiva nel tracciato della via Appia che raggiungeva Capua.
Resti considerevoli della strada esistono nelle vicinanze di Roma; per le prime 40 miglia, fino a Compitum Anagninum, non è seguita da alcuna strada moderna, mentre in seguito il percorso è sostanzialmente lo stesso dell’autostrada. Alcuni tratti dell’antico tracciato sono ancora visibili nel parco degli acquedotti a Roma, all’altezza degli studi di Cinecittà e vicino all’Acquedotto Claudio.