La penetrazione romana nell’area danubiana era iniziata nel II secolo a.C. attraverso scambi di natura commerciale a opera di mercanti romani. Con Augusto, fino a Tiberio, i confini dell’Impero furono portati al Danubio e venne creata la provincia dell’Illirico. L’organizzazione amministrativa fu tutt’altro che stabile: nel I secolo l’Illirico fu diviso in Pannonia Superiore, Pannonia Inferiore e Dalmazia; poi nel corso del tempo questi territori furono a loro volta aggregati o separati in altre unità amministrative. Ne è un esempio Lubiana (Emona) che nel I secolo fece parte della Pannonia e nel II secolo alla X Regio Venetia et Histria.

La Pannonia, fino alla conquista della Dacia sotto l’imperatore Traiano, rimase uno dei territori di confine dell’Impero. Quando il confine fu spostato ad est del Danubio la provincia visse il suo momento di maggiore prosperità economica, che durò finò al III secolo, quando a causa delle incursioni dei Goti i Romani si ritirarono dalla Dacia, e le province danubiane subirono una forte militarizzazione con centro operativo a Sirmio, a cui faceva capo il dux Illyrici. Diocleziano istituì il limes Sarmaticus, che andava dalla Pannonia orientale alla Mesia Superiore e che comportò a spaccare in due la regione: la parte settentrionale fu abbandonata sul finire del IV secolo, mentre la parte inferiore (meno esposta agli attacchi esterni) divenne parte dell’Impero d’Oriente che le assicurò ancora un lungo periodo di relativa tranquillità.

Un ampio programma di romanizzazione della Dalmazia viene predisposto già da Cesare, con l’insediamento di mercanti e aristocratici a lui vicini in campo politico nelle città costiere. In età augustea il territorio fu organizzato definitivamente con la centurazione e la divisione in lotti di estensione compresa tra i 20 e i 50 iugeri; solo in epoca tardo-antica il latifondo modificò questo paesaggio. La rete stradale della Dalmazia era costituita da un’unica direttrice lungo la costa (Via Dalmatica), mentre le città si avvicinavano molto allo schema insediativo romano. Sulla fascia costiera vi erano numerose ville con propri approdi che producevano vino e olio che venivano esportati in ogni angolo dell’Impero.

La Mesia era il territorio più eterogeneo dal punto di vista etnico: nella pianura (Mesia Inferiore) si parlava il greco e vi risiedevano i greci delle antiche colonie sul mar Nero; nella montagna (Mesia Superiore) si parlava il latino e gli abitanti erano per lo più Geti, Sarmati e Sciti. La regione fu assoggettata progressivamente per la difesa dei confini nel corso del I secolo a.C. e fu vitale per i collegamenti con Costantinopoli. I processi di romanizzazione e urbanizzazione in questa regione furono molto limitati, mentre l’elemento caratterizzante era il sistema difensivo lungo il Danubio. Con Traiano e Valentiniano I gli accampamenti militari vengono ampliati e ulteriormente fortificati, la cui struttura sarà a pianta quadrata con torri difensive quadrate all’interno. Il monumento più famoso di questa provincia è il Tropaeum Traiani ad Adamclisi, che segnava il confine orientale danubiano (attuale Romania): la struttura è quella di un mausoleo cilindrico con tetto conico, le metope raffigurano scene di combattimento (di una probabile campagna dacica) rese in uno stile marcatamente provinciale che predilige la comprensione del racconto alla coerenza formale della composizione.

By Antonio Palo

Laureato in 'Civiltà Antiche e Archeologia: Oriente e Occidente' e specializzato in 'Archeologie Classiche' presso l'Università degli Studi di Napoli 'L'Orientale'. Fondatore e amministratore del sito 'Storia Romana e Bizantina'. Co-fondatore e presidente dell'Associazione di Produzione Cinematografica Indipendente 'ACT Production'. Fondatore e direttore artistico del Picentia Short Film Festival.

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