Storia delle Province Romane [1]: Mauretania
La regione nordoccidentale dell’Africa mediterranea, occupata dal regno di Mauretania, viene lasciata in eredità a Ottaviano da re Bocco II, morto nel 33 a.C. Diventata regno “cliente” affidato a Giuba II di Numidia, un giovane che era cresciuto a Roma ed era stato compagno di studi di Ottaviano, sopravvive per più di mezzo secolo, fino a quando l’ultimo sovrano viene fatto assassinare da Caligola. Trasformata nelle province della Tingitana e della Caesarensis da Claudio, è oggetto di una consistente opera di municipalizzazione e di concessione della cittadinanza alle comunità in cui era più avanzato il processo di romanizzazione. Per tutta l’età imperiale il territorio della Mauretania si mantiene prospero e piuttosto pacifico, anche se l’urbanizzazione rimane molto più limitata di quella della Proconsolare e con una presenza romana disomogenea, accanto alla quale sopravvivevano ancora territori legati all’organizzazione tribale indigena.
La Mauretania Caesarensis era caratterizzata da una costa ricca di insenature e porti naturali inseriti allo sbocco di una fertile pianura alluvionale, alle spalle della quale un territorio morfologicamente complesso con pianure alternate a montagne (l’altopiano degli Chott e l’Atlante sahariano) condizionava certamente la linea del confine meridionale della provincia, sempre poco definito. Tra il II e III secolo la regione vive un periodo di grande instabilità per le ricorrenti incursioni delle tribù maure e il limes viene progressivamente spostato all’interno con successive linee di città e forti uniti da strade secondarie, che servivano a controllare le zone che rimanevano escluse dall’occupazione. Con Traiano il limes raggiunge le alture dell’Arausio dove, nel 100, viene fondata una colonia di veterani a Thamugadi (Timgad), mentre a sud e a nord delle montagne venivano costruite strade, accampamenti, e fortificazioni minori.
Il IV secolo è caratterizzato dall’ascesa di grandi famiglie che, oltre a possedere notevoli estensioni di territorio, ricoprono anche cariche pubbliche o comandi militari; alcuni membri di queste casate saranno alla base di una rivolta scoppiata negli ultimi decenni del secolo. Le città della Mauretania Caesarensis sorgono soprattutto lungo la costa, dove sono anche i due centri principali, Caesarea Iol (Cherchel) e Tipasa, mentre all’interno l’urbanizzazione rimane poco intensa, caratterizzata dalla nascita di numerosi nuclei urbani, villaggi fortificati con funzione principalmente strategica, nonché di ville e fattorie, spesso anch’esse fortificate, legate alla produzione dell’olio.
Di particolare interesse è la sede amministrativa della provincia, Caesarea Iol, antico emporio punico divenuto poi capitale del regno di Mauretania, che il re Giuba II aveva voluto trasformare in una “Roma d’Africa”, in omaggio ad Augusto, costruendo una cinta muraria lunga sette chilometri, che racchiudeva un’area molto più vasta di quella effettivamente urbanizzata. Nello stesso periodo venivano costruiti un teatro e un anfiteatro, la cui edificazione precedeva di quasi un secolo la costruzione del primo anfiteatro stabile a Roma.
La Mauretania Tingitana occupava l’estremo lembo occidentale dell’Africa mediterranea, in corrispondenza dell’odierno Marocco, con una vasta pianura delimitata dalle montagne dell’Atlante e affacciata prevalentemente sull’Oceano. L’economia della regione era legata essenzialmente alla preparazione del garum e delle conserve di pesce, alla cui lavorazione erano certamente destinati alcuni grandi impianti (scoperti sulla costa), e alla produzione agricola: numerose presse per la spremitura delle olive sono la testimonianza di un’attività della produzione dell’olio, forse destinato esclusivamente ai mercati regionali.
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