Stele di marmo di Asteas di Alea – Atene
Stele di marmo formata da uno pseudo frontone e due pseudo-acroteri stile edicola, ritrovata nell’Acropoli ad Atene reca un’iscrizione incisa denominata IG1 III. L’iscrizione è in alfabeto attico arcaico, uno dei dialetti greci in uso nelle varie regioni fino al V Secolo a.C. quando Atene unifica tutti gli alfabeti con una riforma della scrittura facendo propria la scrittura in uso nella ionia asiatica nel 403/2 a.C. su proposta di Eucline.
Nella nostra iscrizione le lettere sono tutte disposte una accanto all’altra e incolonnate una sopra l’altra e questa disposizione si chiama Stoichemica cioè secondo linee, ed era una moda tra V e IV Secolo a.C. I testi sono scritti tutti i maiuscolo e si data 420/10 a.C.
Il testo dice: “Prokles figlio di Atarbos del demo di Euomymon (formula onomastica con come proprio, patronimico e demotico), era segretario. Sembrò bene al Consiglio e al Popolo (è un modo di dire “è stato deciso/approvato). [La tribù] di Hippothontis esercitava la pritania, Prokles, era segretario, Timias era presidente, Aristion era arconte, Thrasykles propose: che si lodi Asteas di Alea, poiché benefica gli ateniesi sia privatamente che pubblicamente quello che giunge ora [ad Alea] e [sia giunto] nel tempo passato; il segretario del consiglio lo registri come prosseno ed Evergete (benefattore) degli Ateniesi così come a Polystratos di Fliunte, in una stele di pietra e la collochi sull’Acropoli; il denaro provvedano i tesorieri.”
Il testo è breve ma vi è molto da dire: si tratta di un decreto onorario emanato dalla città di Atene che decidendo di onorare Asteas di Alea. La prima parte del testo si chiama Prescritto, e va da “Prokles” a “propose”; la seconda parte è la proposta di onori con le motivazioni infine la parte finale “in una stele […]” sono le disposizioni finali relative al completamento del decreto.
Il prescritto: compare prima il segretario e curatore del documento, importante è la formula di approvazione che ci dice l’iter del decreto: è un decreto probulematico normale. Poi vi sono una serie di dati: il presidente, l’arconte, il segretario e la tribù della pritania con indicazioni del mese, anno e giorno ma se non si hanno altri riscontri da altre fonti non si può risalire a tutti i dati con esattezza. Siamo in un periodo anteriore alla creazione dei proedroi, il segretario viene scritto due volte e durava una sola pritania. L’iscrizione onora questo Asteas di Alea proveniente da una piccola città del Peloponneso nella regione dell’Arcadia ai confini con l’Argolide. Asteas aveva fatto del bene agli ateniesi che si erano recati ad Alea quindi questo personaggio si era reso disponibile verso gli ateniesi e lo nominarono prosseno degli ateniesi ad Alea e loro benefattore. Venne lodato pubblicamente come da procedura da un araldo e gli eressero un monumento con questa stele esposta. Nel decreto si nomina anche un certo Polystratos, che doveva aver fatto le stesse cose del precedente e anche su di lui ci è pervenuta la stele anche se molto danneggiata. Questo decreto è interessato perché non parla di persone qualunque e fa riferimento ad un’epoca storica particolare: si parte dal proponente Thrasykles, questo è un personaggio storicamente noto e ne parla Tucidide nelle “Storie Libro VI-19e24” nominandolo tra i personaggi che stipularono la cosiddetta Pace di Nicia, nel 422/21 a.C. quindi precedente a questo decreto. La pace di Nicia è quell’evento che segue la fine della prima fase della Guerra del Peloponneso, che va dal 431 a.C. al 421 a.C., cosiddetta guerra decennale o guerra archidamica. Essa stabiliva un trattato di durata cinquantennale a scopo difensivo tra Atene e Sparta che si promisero anche la restituzione dei territori conquistati. La pace prende nome da Nicia, stratego ateniese che promosse la pace e fu tra i negoziatori e venne stipulata tra il 24 e 25 di Elafebolione del 421 a.C. L’anno della pace era l’anno dell’arconte Aleaios mentre l’anno del decreto era arconte, Aristion.
«il trattato di pace entra in vigore sotto l’eforo Plistola, nel giorno quarto prima che spiri il mese di Artemisio, in Atene sotto l’arconte Alceo, nel sesto giorno prima che spiri il mese di Elafebolione. Hanno presenziato ai giuramenti e alle cerimonie di rito le personalità seguenti. In nome di Sparta: Plistoanatte, Agide, Plistola, Damageto, Chionide, Metagene, Acanto, Daito, Iscagora, Filocarida, Zaussida, Antippo, Tellide, Alcinada, Empedia, Mena, Lafilo. In nome di Atene: Lampone, Istmionico, Nicia, Lachete, Eutidemo, Proclo, Pitodoro, Agnone Mirtilo, Trasicle, Teagene, Aristocrate, Iolchio, Timocrate, Leone, Lamaco, Demostene.»
Tucidide, Storie – Libro VI paragrafo 19
«Hanno ratificato giurando: in nome di Sparta: Plistoanatte, Agide, Plistola, Damageto, Chionide, Metagene, Acanto, Daito, Iscagora, Filocarida, Zeussida, Antippo, Tellide, Alcinada, Empedia, Mena, Lafilo. In nome di Atene: Lampone, Istmionico, Nicia, Lachete, Eutidemo, Proclo, Pitodoro, Agnone Mirtilo, Trasicle, Teagene, Aristocrate, Iolchio, Timocrate, Leone, Lamaco, Demostene.» Quest’alleanza s’allacciò quando dal negoziato di pace non era corso molto tempo: subito dopo gli Ateniesi restituirono a Sparta i prigionieri di Sfacteria; e si era al principio dell’estate. Correva l’undicesimo anno: e qui si conclude la descrizione della prima fase della guerra, protrattasi senza respiro per questo decennio.
Tucidide, Storie – Libro VI paragrafo 24
La stele di pietra doveva essere posta sull’Acropoli e fino al IV Secolo a.C. nei testi l’Acropoli viene indicata come Polei e non Acropolis. Infine nel testo si parla di Polocreti, i vecchi tesorieri poi scomparsi.