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Ostia e i porti di Roma

Il II secolo segna il momento di massimo sviluppo e splendore del centro portuale di Ostia, i cui quartieri residenziali e commerciali erano strettamente legati al grado di benessere della capitale dell’Impero. La città di Ostia ha conservato molte delle sue antiche strutture, che permettono quindi di poterne tracciare un parallelo con quelle urbane della capitale e di capire l’edilizia e le sue varie fasi che vanno dalla fine del I secolo d.C. al secolo successivo. Ostia era stata fondata per varie necessità: innanzitutto per assicurare l’approvvigionamento a Roma, ma anche per garantire un controllo militare e sicurezza nella navigazione nel basso corso del Tevere. Nata come colonia alla foce del fiume, già negli ultimi decenni dell’età repubblicana essa era diventata un centro fiorente nel quale vi erano vie porticate nelle zone residenziali e dimore di tipo ellenistico con atrio e peristilio.

All’età augustea risale l’impianto del teatro, seguito subito dopo in età tiberiana dalla creazione di un foro nel centro cittadino e dal nuovo tempio di Augusto e Roma. Sotto Tiberio o Caligola viene portata a termine la costruzione dell’acquedotto e cominciano a svilupparsi i primi impianti termali; sempre sotto la dinastia giulio-claudia viene costruita la più antica struttura commerciale di grandi dimensioni, i magazzini di Ortensio. Prima della metà del secolo si dovette far fronte a problemi di carattere funzionale del porto: l’accesso al porto fluviale, infatti, era sempre più difficoltoso a causa del continuo accumulo di detriti che si formavano alla foce del Tevere. In età claudia si decise di scavare più a nord un nuovo porto consistente in un bacino dotato di due moli ricurvi in mare e di un grande faro: l’impianto si rivelò molto problematico sin da subito, dato che la sua posizione faceva sì che si ripresentasse il problema dell’insabbiamento oltre a quello della sicurezza delle navi. Riguardo quest’ultimo fattore, il più grande disastro si ebbe nel 62 d.C., quando durante un fortunale vennero distrutte da una tempesta duecento imbarcazioni ormeggiate nel porto.

Per il superamento di questi problemi si dovrà attendere Traiano: viene scavato un secondo bacino, di forma esagonale, posto in posizione più interna e riparata, che rimaneva collegato al precedente porto di Claudio da un canale con un faro alla sua imboccatura.

Nelle vicinanze di questo nuovo porto sorgono immediatamente abitazioni ed edifici commerciali, mentre su un’isola artificiale creatasi dopo i lavori di scavo del bacino (l’Isola Sacra), sorge una necropoli con tombe che riflettono a seconda della loro tipologia la condizione sociale dei defunti (tomba a camera o a facciata se del ceto abbiente, tomba a cassone o a tumulo segnata da anfora se di classe più povera). La costruzione del porto di Traiano dà dunque un nuovo impulso all’economia e alle attività commerciali di Ostia, ristrutturate a livello edilizio già con Adriano; nel settore sud-occidentale della città sorgeranno nello stesso periodo dei nuovi complessi residenziali di lusso. Nel 120 d.C. viene costruito il Capitolium, che si presente in parte decorato con elementi marmorei (lastre di rivestimento delle pareti, colonne del portico, cornice della porta), ma in gran parte realizzato in calcestruzzo e paramento in mattoni.

A differenza di Roma, per Ostia fu facile adattarsi al nuovo modello urbanistico tipico del periodo neroniano: se Roma si presentava congestionata con strade strette e tortuose, Ostia al contrario aveva strade ampie e regolari, edifici fiancheggiati da portici (la cui altezza massima non poteva superare i 60 o 70 piedi romani) e solamente poche strutture realizzate con materiali facilmente infiammabili. I grandi caseggiati si presentavano poi a quattro o cinque piani, con appartamenti indipendenti e ben illuminati che affacciavano, verso l’interno, su un cortile. Il piano terreno era interamente occupato da piccole botteghe che affacciavano sulla strada. Le abitazioni più modeste sono riconoscibili dalla loro struttura lunga e stretta che affaccia su due strade parallele, mentre quelle più ricche presentavano il cortile abbellito da fontane e aiuole e circondate da edifici commerciali.

La massima espansione di Ostia si ha in età antonina, quando essa divenne centro amministrativo del complesso portuale, scalo fluviale e principale centro di stoccaggio delle merci che non giungevano subito a Roma. La superficie della città era paragonabile a quella che era stata Pompei: tuttavia la sua densità abitativa era molto alta e si contava una popolazione di circa 50.000 persone, la maggior parte della quale risiedeva in isolati sviluppati in altezza (iniziati a costruire a partire dall’età di Domiziano). Dopo la fioritura antonina la città si avvia verso un progressivo e lento declino: in un primo momento le strutture adibite a magazzino sono le sole a restare efficienti; dopo la metà del III secolo gli edifici vengono abbandonati e cessa la manutenzione degli edifici; nel IV secolo vi è un breve periodo di ripresa (l’importanza dello scalo è già ridimensionata da tempo) che precede la decadenza definitiva nel V secolo.

Antonio Palo

Laureato in 'Civiltà Antiche e Archeologia: Oriente e Occidente' e specializzato in 'Archeologie Classiche' presso l'Università degli Studi di Napoli 'L'Orientale'. Fondatore e amministratore del sito 'Storia Romana e Bizantina'. Co-fondatore e presidente dell'Associazione di Produzione Cinematografica Indipendente 'ACT Production'. Fondatore e direttore artistico del Picentia Short Film Festival.

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