Le barche reali della necropoli di Abydos
Tra il 1988 e il 1991, l’archeologo statunitense David O’Connor rinvenne nella necropoli di Abydos i resti di 14 grandi imbarcazioni di legno. Le navi si trovavano tutte interrate in “tombe” di mattoni crudi e le loro estremità erano a forma di bulbo. Le barche appartenevano a Khasekhemuy, l’ultimo faraone della II dinastia, che volle simulare anche nella sua vita nell’oltretomba l’uso faraonico di navigare lungo il Nilo ostentando ricchezza, lusso e potere.
- IL PALAZZO FUNERARIO. Le barche furono interrate di fronte al “palazzo funerario” del faraone Khasekhemuy – che morì intorno all’anno 2686 a.C. – nella necropoli di Umm El-Qaab, vicino Abydos.
- DISPOSTE IN TRINCEE. Per interrare le imbarcazioni, gli operai scavarono quattordici trincee allungate di poco più di 26m, che furono rivestite con un muro di mattoni crudi.
- COSTRUZIONE DELLE BARCHE. Le imbarcazioni furono costruite con tavole di legno “cucite” con corde di canapa o materiale simile (non esistevano i chiodi) ed erano lunghe 23m.
- UN CARICO PESANTE. Le barche furono riempite con mattoni crudi; la piccola roccia che fungeva da ancora o pietra per l’ormeggio indica che la “tomba” era concepita come una barca.
- LA “TOMBA” DELLE BARCHE. Infine, le imbarcazioni furono coperte con uno strato di mattoni crudi, presentandosi così con una forma a bulbo sia a poppa che a prua.
- COPERTURA FINALE. L’ultimo passo consistette nell’intonacare e imbiancare l’intera struttura delle “tombe”, che alla fine del processo sporgevano dal suolo di circa 50 cm.
- IL VIAGGIO NELL’ALDILA’. Benché l’assenza d’iscrizioni renda difficile determinare la funzione esatta delle barche, molti egittologi le mettono in relazione con il viaggio del faraone nell’Aldilà.