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L’attività edilizia di Massenzio a Roma (306-312)

L’attività edilizia di Marco Aurelio Valerio Massenzio, nonostante il suo regno sia stato breve, fu intensissima ed interessò in particolar modo la capitale.

La Basilica di Massenzio. Il monumento più conosciuto di Massenzio è senz’altro la famosissima Basilica. Iniziata nel 308 d.C. e citata dalle fonti come Basilica Nova o Basilica Costantini, fu portata a termine da Costantino, che ne modificò anche la posizione dell’ingresso spostandolo da est a sud sulla via Sacra. L’edificio poggia su una vasta piattaforma (100x65m) che occupa in parte la Velia. Ha tre navate: la centrale e principale (80×25, alta 35m) è coperta da tre volte a crociera impostate su otto colonne marmoree, che nelle navate laterali danno accesso a tre campate comunicanti da loro con volte a botte e disposizione ortogonale rispetto all’asse principale della struttura.

Ricostruzione virtuale della Basilica di Massenzio

L’abside è collocata a ovest e in sua corrispondenza vi era una statua colossale di Costantino; sul lato nord vi fu aggiunta – sempre da Costantino – un’ulteriore abside che doveva fungere da nuovo ingresso guarnito da colonne in porfido. Gli ambienti interni, sia quello centrale che quelli laterali, erano ben illuminati grazie alla presenza di grandi finestre su due ordini (lati N-S) e da finestre poste in sommità in corrispondenza della congiuntura tra navate laterali e centrale (lati E-O). L’interno presenta ancora tracce di decorazioni marmoree, così come della stuccatura delle volte laterali. L’edificio sembra ispirarsi dal punto di vista spaziale direttamente alle aule dei frigidarium delle terme e, come tutti i grandi edifici di età imperiale media o tarda esprime compattezza e unitarietà. Le modifiche di Costantino attenuarono comunque la ricercata attenzione di Massenzio sul lato est (ingresso originario), che tendeva invece ad ispirarsi alle aule di ricevimento imperiale.

Villa di Massenzio

Il Palazzo e il Circo di Massenzio. Il centro di potere di Massenzio fu il suo palazzo sulla via Appia. Di questa struttura, che si rifaceva probabilmente alle grandi residenze imperiali dei tetrarchi, solo di recente sono state effettuati degli studi approfonditi: le aree principali disposte intorno al nucleo residenziale erano costituite da un complesso termale, da una basilica (conosciuta come “Tempio di Venere”) e da una grande piazza (121x107m). Il Circo, a differenza delle suddette aree, era unito al palazzo e si rifaceva sempre al modello palatino tetrarchico (già presente a Tessalonica, poi ripreso da Costantino nella futura Costantinopoli). Esso si presenta come un edificio sviluppato in lunghezza (512×81/85m) delimitato da sponde e da gradinate sorrette da volte che potevano essere raggiunte grazie ad un corridoio che si protraeva fino all’ingresso (porta triumphalis) e ai carceres sul lato orientale, dodici ingressi delimitati ai lati da erme, a loro volta dominati da due torri semicircolari (oppida). Sopra i carceres vi erano i seggi dei magistrati incaricati dello svolgimento dei giochi, mentre i giudici di gara stazionavano su un palco a loro dedicato sul lato sud, opposti alla tribuna imperiale. Al centro della pista vi è la spina, un lungo basamento di 333 metri costituito da blocchi rivestiti di marmo con terminazioni arrotondate (metae), con delle cavità superiori utilizzate per giochi d’acqua o con basamenti per statue (che dovevano essere abbastanza numerose): tra esse spiccava un obelisco di età domizianea che era stato fatto portare lì appositamente dall’Iseo Campense di Roma.

La Tomba del Divo Romolo. Nella seconda fase del suo (breve) regno Massenzio fu colpito da un grave lutto: la scomparsa del giovane figlio Romolo, che venne divinizzato già nello stesso 309. Per onorare la sua memoria Massenzio fece appunto erigere un heroon adiacente alla piazza della sua villa-palazzo sulla via Appia. Il sepolcro di Romolo consiste in un grande edificio circolare di 33m di diametro a due piani: il primo era seminterrato (conservatosi fino ad oggi) il cui corridoio correva lungo un pilone circolare decorato, il secondo (in gran parte distrutto) doveva essere coperto da una cupola e anticipato (e quindi visibile dall’esterno) da un pronao e da un podio preceduti da una gradinata. Come molti mausolei dell’epoca, anche questo si ispira al Pantheon, facente parte come il Circo di un programma edilizio di propaganda imperiale.

Il Tempio del Divo Romolo. Al giovanissimo Romolo è stato attribuito anche uno dei templi di III secolo presenti nel Foro romano, anche se sembra essere essere un ingresso monumentale del Tempio della Pace o piuttosto il tempio dei Penati trasferito lì da Massenzio dopo aver distrutto quello precedente sul quale sarebbe sorta la Basilica. L’edificio si caratterizza per la presenza di due ali nel cui mezzo sorge una struttura a pianta circolare, il cui ingresso è segnato da due colonne in porfido e da un architrave spoglio. La porta bronzea dell’edificio è ancora quello originale, salvatosi quando la struttura fu trasformata nel V secolo nell’atrio retrostante della chiesa di San Cosma e Damiano. L’architettura dell’edificio mostra sia caratteri tipici di III secolo che caratteri classicisti ripresi dalla metà del IV secolo in poi a Costantinopoli.

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Antonio Palo

Laureato in 'Civiltà Antiche e Archeologia: Oriente e Occidente' e specializzato in 'Archeologie Classiche' presso l'Università degli Studi di Napoli 'L'Orientale'. Fondatore e amministratore del sito 'Storia Romana e Bizantina'. Co-fondatore e presidente dell'Associazione di Produzione Cinematografica Indipendente 'ACT Production'. Fondatore e direttore artistico del Picentia Short Film Festival.

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