La riforma democratica di Clistene e l’Agorà di Atene
Immediata alla cacciata dei Pisistratidi ad Atene ci fu un momento di turbolenze che vide schierati contro due partiti, un gruppo capeggiato da Clistene che apparteneva alla famiglia degli Alcmeonidi, il quale era fautore di un grande rinnovamento politico ed istituzionale della città, l’altro gruppo era capeggiato da Isagora, che apparteneva alla famiglia dei Filai che puntavano ad un governo oligarchico ed aveva intenzione di eliminare il Consiglio dei 400 istituito da Solone. Isagora trovò l’appoggio degli Spartani che mandarono in aiuto dei soldati al comando del re spartano Cleomene, ci furono scontri e Isagora venne sconfitto: cosi Clistene, nel 508/7 a.C. poté attuare la grande riforma democratica ad Atene. Immediatamente dopo la riforma, l’agorà continuò a svilupparsi con nuovi edifici, e la cosa interessante, e che in questo periodo furono stabiliti ufficialmente i limiti territoriali dell’agorà e vennero posti dei cippi agli ingressi dove le strade entravano nell’agorà. Almeno un paio di cippi sono stati trovati anche nel sito dove furono posti originariamente alla fine del VI Secolo a.C., in greco si chiamano Oloi; altri sono stati trovati sparsi. I cippi recano iscrizioni che corrono lungo il margine superiore e lungo un lato, sono scritte in scrittura progressiva e scrittura retrograda. In origine i greci scrivevano da destra verso sinistra, derivando il loro alfabeto da quello fenicio; sui cippi vi è la contemporaneità dei due modi di scrivere, e veniva utilizzato l’alfabeto attico arcaico.
Gli ateniesi, utilizzavano questi cippi per vari motivi: politico, religioso e pratico. L’agorà era luogo dove si svolgeva l’attività politica della città con consigli, lezioni e processi; si tenevano feste religiose e questo territorio dell’agorà era interdetto ai malfattori, cioè persone indegne che non potevano entrare nel cuore politico/religioso della città. I malfattori, erano coloro che si sottraevano al servizio militare, oppure i codardi di guerra, gli accusati di alto tradimento nei confronti dello Stato, coloro che maltrattavano i genitori, coloro che erano sotto processo o coloro colpiti da atimia (la perdita dei diritti civili). Essendo queste persone escluse dalla vita politico/religiosa era quindi necessario impostare i limiti che non dovevano superare e allo stesso modo non potevano partecipare ai riti religiosi, praticamente furono messi agli ateniesi per impedire agli ateniesi di costruire case o edifici. Quando vi erano cerimonie pubbliche venivano posti agli ingressi dell’agorà i Perirranteion, bacini di marmo contenente acqua lustrale, cioè purificatrice.