La concezione della storia di Senofonte
In questo articolo, a cura del prof. Giovanni Pellegrino, prenderemo in considerazione la concezione della storia riscontrabile nelle opere di Senofonte.
Egli fu molto di più che un discepolo di Socrate: scrittore prolifico, autore di opere diverse di argomento storico biografico etico politico e tecnico, fu interprete originale dell’epoca di transizione tra età classica ed età ellenistica. Leitmotiv della sua produzione letteraria tanto varia è la presentazione di modelli di comportamento per l’educazione dei cittadini. In questo articolo ci limiteremo a prendere in considerazione le opere di carattere storico di Senofonte.
Tali opere sono: Anabasi, Elleniche, Agesilao, Ciropedia.
Esamineremo in particolare le Elleniche, l’Anabasi e la Ciropedia.
I sette libri delle Elleniche sono privi di proemio cosicché l’opera entra subito in argomento con il racconto degli avvenimenti storici del 411 a.C. riallacciandosi a Tucidide. L’esposizione delle vicende dell’ultima fase della guerra del Peloponneso continua in stile tucidideo. Il primo dato che emerge da un esame dell’opera è il modo singolarmente incompleto disorganico e discontinuo in cui vengono trattati ed esposti i quasi cinquant’anni di storia considerati in tale opera. Particolarmente evidente è innanzitutto lo stacco tra i primi due libri e il resto dell’opera. Senofonte passa da un’esposizione sintetica e serrata articolata, secondo il sistema cronologico e animata da sentimenti di sincera simpatia per la democrazia ateniese si passa ad una narrazione dispersiva priva di coerenti riferimenti cronologici segnata da un’ottica marcatamente filo spartana. Inoltre la narrazione è largamente lacunosa e incompleta con omissione di avvenimenti importanti e all’inverso con racconti ampi e particolareggiati di fatti molto meno importanti. I primi due libri dell’opera presentano pertanto uno spacco notevole con il resto dell’opera.
Infatti in questi primi due libri Senofonte è molto più accurato nella narrazione degli argomenti che in tutto il resto dell’opera. Ora questa diversità di trattamento della materia storica è stata spiegata in maniera convincente con la constatazione che le Elleniche sono in gran parte un’opera di memorie personali di Senofonte nella quale le omissioni o la ricchezza di particolari del racconto dipendono dalla sua diretta partecipazione o meno ai fatti narrati. In realtà una parte della critica ritiene che in completezza disorganicità e disomogeneità di quest’ opera derivino in gran parte dalla mancanza d’una lucida visione storico interpretativa di Senofonte. Inoltre tale incompletezza e disomogeneità secondo una parte della critica deriverebbe dall’ inadeguatezza delle categorie critiche impiegate da Senofonte per l’indagine degli avvenimenti e delle loro cause. Altri critici pensano che Senofonte non è un cattivo storico ma è lo storico di un periodo confuso della storia greca nella quale nessuna città riusciva a consolidare e rendere durevole la propria egemonia. In ogni caso le Elleniche occupano un posto importante nel panorama della storiografia greca perché fondano un vero e proprio nuovo genere storiografico: una storia generale degli stati greci esposta dall’angolo visuale della città di volta in volta egemone.
Un’altra opera importante di carattere storico di Senofonte è l’Anabasi. L’impersonalità della forma del racconto non impedisce che emergano e s’intravedono chiaramente la sostanza e la funzione autoapologenica e autocelebrativa dell’opera. Infatti l’Anabasi fu composta da Senofonte col duplice scopo di riabilitarsi difronte ai propri concittadini che l’avevano bandito da Atene di rivendicare i propri meriti e la parte da lui stesso avuta nell’impresa di Ciro. L’opera narra dell’impresa di Ciro che compì una “marcia verso l’interno” del regno persiano da Sardi a Cunassa nell’opera si descrive la battaglia di Cunassa mettendo in evidenza la situazione venutasi a creare dopo la morte di Ciro in tale battaglia. Ma il corpo centrale dell’opera inizia con la cronaca della ritirata dell’esercito di Ciro dalla pianura mesopotamica dopo l’uccisione di Ciro e dei comandanti greci. L’intento apologetico e autocelebrativo dell’opera emerge con particolare evidenza dal peso sempre felicemente risolutivo degli interventi di Senofonte nei momenti difficili dell’impresa. Tale intento apologetico diventa aperto ed esplicito in certi discorsi che Senofonte pronuncia davanti ai soldati presentandosi sempre come un comandante esperto e coraggioso preoccupato del bene e della salvezza dei propri soldati. Senofonte sottolinea a più riprese il carattere esemplare del proprio comportamento e si offre implicitamente come un esempio di comandante ideale, fornendo dunque alla sua opera una finalità anche paidentica.
Passiamo ora a prendere in considerazione un’altra opera a carattere storico di Senofonte ovvero la Ciropedia incentrata sulla biografia di Ciro il Grande. La composizione della biografia di un personaggio così remoto come Ciro il Grande può forse sorprendere ma Ciro era il fondatore di quell’Impero persiano che stava a ridosso delle città greche dell’Asia. Inoltre la Persia svolgeva un ruolo non secondario nelle vicende politiche del mondo greco. Del resto a ben guardare Ciro è poco più che un pretesto per Senofonte. Infatti la sua figura leggendaria di re e il suo regno non sono altro che esempi di cui Senofonte si serve per delineare la struttura di uno Stato ideale. Alla base della Ciropedia c’è infatti uno dei temi centrali della riflessione politica dei Greci ovvero la questione della migliore forma di governo e delle condizioni della sua realizzazione. Questo è precisamente il tema che Senofonte propone all’inizio dell’opera come oggetto di riflessione e di ricerca con l’intento di indagarlo per mezzo della biografia e della storia di Ciro. Intorno alla figura storico-mitica di Ciro Senofonte disegna la struttura e gli ordinamenti di uno Stato ideale rappresentato non da una polis ma da una monarchia assoluta illuminata di chiara impronta pre -ellenistica. Il fondamento di questo Stato (di cui non è difficile cogliere i numerosi tratti in comune con quello spartano) e la rigida e severa educazione che viene impartita ai suoi membri dall’infanzia alla vecchiaia. Un’educazione tutta statale e collettiva fatta di vita comunitaria e addestramento ginnico militare con in più per i fanciulli una speciale formazione alla giustizia.
Nell’insieme la Ciropedia può essere considerata come la “Summa” del pensiero di Senofonte e cioè come l’opera nella quale sono raccolti e sintetizzati motivi idee e temi da Senofonte trattati singolarmente in altre opere. Vicino e affine alla Ciropedia e in parte anche alle Elleniche per la materia trattata è l’Agesilao. Tale opera è l’encomio dell’amato e ammirato re spartano composta da Senofonte in occasione della morte di Agesilao. (360 a.C.) Una prima parte storica di tale opera contiene il resoconto delle imprese di Agesilao mentre una seconda parte enfaticamente celebrativa pone in rassegna ed esalta le virtù del re spartano. Benché le opere storiografiche di Senofonte fossero già note agli storici nel IV secolo e soprattutto nell’età ellenistica che la fortuna di Senofonte si afferma e raggiunge il culmine favorita da alcuni elementi pre-ellenistici che caratterizzano le sue opere storiografiche. Tali elementi pre ellenistici sono ad esempio l’idea della monarchia universale presente nella Ciropedia. Senofonte venne molto ammirato nel mondo romano che non poteva non ammirare e sentire come particolarmente congeniale questo soldato-scrittore autore di opere storiografiche filosofiche etiche e politiche.