La città di Pompei (pt. 3): Foro Civile e dintorni
L’asse principale di Pompei era orientato da nord-ovest a sud-est, che collegava rispettivamente l’area delle saline a quella portuale. La parte occidentale del Foro nell’età arcaica era occupata dal recinto (temenos) del Tempio di Apollo, i cui spazi sono stati regolati solo nel corso del II secolo a.C. La parte orientale invece era inizialmente occupata da abitazioni, di cui restano solo le fondamenta in pappamonte coperte dalle strutture attuali, così come l’area dell’attuale Basilica. Sempre in età arcaica fu fatta la prima pavimentazione del Foro in terra battuta. La funzione di quest’area era, tra il IV e il III secolo, sia commerciale che religioso-rituale. Per quanto riguarda la funzione commerciale, sorgevano delle botteghe (tabernae) tra lo spazio del Foro e le case; invece la funzione rituale è testimoniata oltre che dal Tempio di Apollo, anche da un pozzo rituale risalente al periodo delle Guerra Punica contro Annibale.
Nel II secolo a.C. si ha un riassetto della zona forense: la pavimentazione è in cementizio, il Foro viene delimitato con lastre di tufo, a nord ovest fu costruito il Macellum (commercio alimentari) e la parte meridionale viene destinata alle funzioni politico-giudiziarie, e non a caso sorgono una serie di edifici per tali funzioni (come la Basilica e il Comitium). Anche il portico, come attestato da iscrizioni osche, è utilizzato per funzioni giudiziarie. L’area del Foro veniva utilizzata occasionalmente per giochi gladiatori o attività agonistiche (almeno fino a quando non fu edificato l’anfiteatro). L’ultima costruzione del secolo fu, nel lato corto nord, il Tempio di Giove, convertito il Capitolium al momento della deduzione coloniale.
In età imperiale si hanno una serie di interventi che hanno come fine la destinazione al culto imperiale augusteo: appartengono a questo periodo gli edifici sul lato orientale (dove prima sorgevano le botteghe), gli archi trionfali nei pressi del Capitolium e il portico orientale di Via del Foro. Alcune di queste strutture furono danneggiate dal terremoto e al momento dell’eruzione erano ancora in ristrutturazione, come la Basilica o il Tabularium. Nella piazza del Foro poi la pavimentazione viene rifatta con blocchi di travertino e ancora oggi sono visibili i basamenti delle statue, del suggestum per gli oratori e di un altare e due fontane monumentali che adornavano il Foro. Buona parte della pavimentazione è stata asportata dopo l’eruzione.
PRINCIPALI EDIFICI ADIACENTI
Tempio di Giove.
Le fasi di questa struttura sono tre:
- Fase 1 (arcaica): il pronao (colonnato anteriore) era in colonne corinzie (6×3) e vi si accedeva da una scalinata. Dal terrazzamento era possibile poi scendere in un ambiente sotterraneo usato come deposito votivo. In fondo alla cella vi era un basamento per la statua di culto.
- Fase 2 (80 a.C.): la cella fu divisa in tre navate delimitate da colonne ioniche in tufo. L’ambiente di fondo viene suddiviso in tre nuovi distinti spazi per contenere le statue della Triade Capitolina, disposte su un basamento più alto del precedente.
- Fase 3 (post deduzione coloniale): il tempio diviene per certi versi una “copia” del Capitolium di Roma. Ne sono un esempio le decorazioni, la pavimentazione e le statue di culto (replica di quelle romane neoattiche).
Tempio di Apollo.
La storia del santuario coincide con quella della città, così come la sua presenza è sinonimo dell’influenza greca nel Golfo di Napoli. Le strutture più antiche sono il temenos di inizio IV secolo e un’altare. A metà IV secolo risale il tempio, e per tutto il corso della sua storia sono stati riutilizzati sempre gli stessi materiali precedenti. Aveva un tetto con antefisse di tipo etrusco. Dal V secolo il santuario divenne un deposito di numerosissimi ex voto, che sono di importazione greca o influenza etrusca. La struttura visibile è del II secolo secolo a.C., così come le prime decorazioni. Una ristrutturazione importante si ha nel 142 a.C., quando viene rifatta la pavimentazione (in scutulatum) e viene posta la dedica ad Apollo da parte Lucio Mummio come omaggio alla città per il contributo dato nella guerra contro la Lega Achea. Interventi successivi furono fatti in occasione della deduzione coloniale: si tratta della scalinata e dell’altare; poi ci fu (in epoca imperiale) l’aggiunta di una porta tra i colonnati e di un orologio solare. Il terremoto danneggiò parte della struttura, che al momento dell’eruzione presentava ancora qualche danno.
L’edificio è del III secolo a.C. ed ha un quadriportico in tufo, con una fila di botteghe sul lato meridionale e degli ambienti per culto e riunioni su quello orientale. Il perimetro è in opus incertum in laterizi grandi, mentre nel cortile interno vi erano dei pilastri in legno tra i quali vi si puliva e vendeva il pesce.
Sul alto orientale vi sono tre ambienti (sacelli): quello settentrionale (n°30 nella pianta a lato) era il luogo di culto del Genius Macelli; quello centrale (n°37) del culto imperiale; quello meridionale (n°39) era invece usato come luogo di riunione (collegium).
La costruzione si deve a “Eumachia, figlia di Lucio, sacerdotessa di Venere”. Si è pensato a lungo che fosse la sede dei fullones, mentre invece questi dedicarono solo la statua alla loro patrona. L’edificio è stato comunque utilizzato per vari scopi. Si può dire con certezza che si tratti di uno spazio celebrativo: si trovavano al suo interno infatti le statue dei personaggi più in vista della città. Si è anche ipotizzato che il lato meridionale sia il punto nel quale venivano dati gli annunci dall’araldo. L’ambiente absidato fu successivo al terremoto, e sostituì un analogo ambiente di forma rettangolare. Dal lato meridionale si raggiungeva Via dell’Abbondanza, chiamata così perchè vi era una fontana de Concordia con in mano una cornucopia (cd. “abbondanza”).
Basilica
Vi si accede da cinque ingressi delimitati da pilastri in tufo. Lo spazio al suo interno è suddiviso in tre navate da due file di colonne con corpo laterizio e base e capitello ionico. L’interno è spoglio sia per i danni causati dal terremoto del 62 d.C., che fece crollare il tetto (i cui resti sono stati ritrovati in un pozzo nell’angolo sud-orientale), sia per le asportazioni post-eruzione (statue). L’area del tribunale per i dibattiti era decorata da colonne corinzie in tufo su due livelli e ricalca la sistemazione originaria di età sannita.
[continua…]