Il regno ellenistico di Macedonia-Grecia
Articolo a cura del prof. Giovanni Pellegrino
In questo articolo ci interesseremo delle principali vicende storiche del regno ellenistico di Macedonia-Grecia fino alla conquista romana. Prima di affrontare il tema di tale articolo, riteniamo opportuno premettere delle considerazioni di carattere generale sui regni ellenistici.
Alessandro Magno non lasciò eredi legittimi e già negli ultimi anni della sua vita si era posto il problema del controllo del vastissimo impero da lui conquistato. A tale scopo Alessandro nominò governatori territoriali molto simili ai satrapi persiani. Immediatamente dopo la sua morte il problema della spartizione territoriale dell’impero si fece sentire in modo molto urgente.
Questa situazione fu la causa di un cinquantennio di guerre ingaggiate dai cosiddetti diadochi ossia un gruppo di nobili macedoni che potevano tutti vantare di aver avuto rapporti personali di stime e di amicizie con Alessandro Magno. Per tale ragione tutti questi nobili macedoni potevano essere legittimati a succedere ad Alessandro nel governo dell’impero da lui conquistato.
Dopo un cinquantennio di guerre estremamente sanguinose si vennero a creare tre grandi regni ellenistici finalmente governati da monarchie destinate a tramandarsi stabilmente per via ereditaria. Questi regni ellenistici presentavano delle caratteristiche generali che ora prenderemo in considerazione.
Il primo aspetto di rilevante importanza che caratterizzò i regni ellenistici fu la loro notevole estensione territoriale che determinava in tali regni un elevato valore demografico. Nonostante il grande sforzo di urbanizzazione compiuto da Alessandro Magno e da alcuni suoi successori le città erano poche rispetto alla vastità dei territori anche di grandi dimensioni e con un cospicuo numero di abitanti.
Inoltre, tali città svolgevano soprattutto un semplice ruolo di capoluogo amministrativo e fiscale. Tale fatto creò dei regni ellenistici una configurazione geopolitica secondo la quale il governo e l’amministrazione di grandi territori si accentrava in una capitale alla quale si affiancavano poche altre città di minore rilievo. Tale stato di cose determinò un fenomeno tipico del mondo ellenistico ossia la totale scissione sociale, economica e culturale tra le polis (città) e la chora (campagna).
A differenza del mondo greco di età arcaica e classica caratterizzato da un rapporto simbiotico tra le città della campagna, quello ellenistico fu caratterizzato da una profonda differenziazione e una sostanziale incomunicabilità tra realtà cittadina e realtà rurale. Ci fu poi una caratteristica specifica che accomunò il regno tolemaico e quello seleucide, i due regni formatisi dalle macerie del vecchio impero di Alessandro Magno. Tale caratteristica fu la convivenza tra una piccola minoranza etnica greca trapiantata e le popolazioni locali.
Per quanto Alessandro avesse concepito un progetto di fusione etnico-culturale tra i greci e le altre etnie la fusione di fatto non avvenne o avvenne solo in minima parte. Le minoranze greche continuarono a mantenersi tali e a detenere una posizione sociale e politica preminente. Da tale fatto derivarono conflitti sociali e delicate questioni istituzionali relative alla definizione dello status giuridico degli abitanti delle città.
L’esempio più notevole è certamente Alessandria d’Egitto capitale del regno tolemaico dove si distinguevano cinque categorie di cittadini. Tali categorie erano: cittadini greci di pieno diritto ovvero macedoni e alleati; coloni greci provenienti da altre città privi di status giuridico; popolazione egizia; immigrati ebrei; schiavi. Fu nell’ambito delle minoranze greche che i monarchi d’Egitto e di Siria scelsero gli uomini dei loro apparati burocratici e dirigenziali. Dal punto di vista dell’istituzione politica le monarchie ellenistiche di Egitto e Siria ereditarono molte delle strutture preesistenti alla conquista di Alessandro.
Nel caso dell’ Egitto tali strutture derivavano dalla tradizione faraonica mentre nel caso della Siria dalla tradizione persiana. Altra caratteristica di tutti i regni ellenistici fu la creazione di un forte impianto burocratico centralizzato ossia ruotante intorno alla corte e alla figura del sovrano. Solo attraverso un efficiente e capillare apparato burocratico i sovrani ellenistici riuscirono a esercitare un controllo costante sulla gestione politica fiscale e militare dei loro regni. Non esistevano cariche politiche di rilievo complementari a quella del sovrano ma solo figure di dignitari e burocrati con diversi gradi e mansioni. Si trattava dunque di monarchie fortemente centralizzate che consideravano e sfruttavano i regni come dei veri e propri possessi personali.
Detto ciò, consideriamo concluso il nostro discorso sulle caratteristiche generali dei regni ellenistici ragion per cui inizieremo il nostro discorso sulle vicende storiche del regno di Macedonia e di Grecia fino alla conquista romana. Il periodo di governo di Antigono Gonata durato quasi un quarantennio rappresentò per la Macedonia una fase di stabilizzazione politica seguita a molti anni di lotte per il possesso del regno.
Tuttavia proprio in questi anni si formarono due leghe politico-militari capaci di opporsi al dominio macedone, ovvero la Lega etolica e la Lega achea che raggruppava quasi tutte le città del Peloponneso. Lo scontro frontale tra la Macedonia e le due leghe avvenne sotto Demetrio II ,figlio e successore di Antigone, ma non riuscì a piegare lo spirito indipendentista delle due leghe elleniche.
Durante il regno di Antigono Doson si verificò una parziale svolta nel rapporto tra la Macedonia e la Lega Achea che si allearono in funzione anti spartana. Nel 222 a.C. si verificò la battaglia di Sellasia che vide la vittoria di Achei e Macedoni ai danni degli Spartani. Tale sconfitta segnò il definitivo tramonto della potenza politico-militare di Sparta.
La spinta espansionistica macedone riprese sotto il regno di Filippo V salito al potere nel 221 a.C. Dopo aver posto fine ai conflitti con le Leghe, Filippo rivolse le sue mire espansionistiche verso l’Asia minore e l’Egitto divenendo una grave minaccia per tutta l’area della Ionia. Rodi e il giovane regno asiatico di Pergamo chiesero aiuto alla crescente potenza militare-romana, appena uscita dal vittorioso scontro con Cartagine. I Romani con una decisione che segnò la loro definitiva conversione a una politica imperialistica entrarono in guerra nel 200 a.C. come alleati di Pergamo e Rodi. I Romani riuscirono anche a tirare dalla loro parte anche gli Etoli e altri Greci .
La guerra si concluse nel 197 a.C. con la battaglia di Cinocefale e segnò una pesante sconfitta per il regno macedone. Tale regno continuò ad esistere anche se venne ridotto a una situazione di forte isolamento e di pesante subordinazione a Roma. Quando nel 179 a.C. Filippo V morì suo figlio Perseo tento’ di risollevare le sorti del regno liberandolo dallo stato di sudditanza che lo legava ai romani. La guerra tra Perseo e i Romani scoppiò nel 171 a.C. e fu l’ultimo scontro tra un monarca ellenistico e Roma prima di Azio. Tale scontro si concluse a Pidna nel 168 a.C. con la vittoria ottenuta ai danni di Perseo dal console Lucio Emilio Paolo. La sconfitta di Pidna segnò la definitiva scomparsa del regno macedone e Perseo mori prigioniero a Roma.