I regni ellenistici di Siria Pergamo ed Egitto
Articolo a cura del prof. Giovanni Pellegrino
In questo articolo ci interesseremo delle vicende storiche dei regni ellenistici di Siria Pergamo e di Egitto fino alla conquista romana.
Per quanto riguarda il regno di Siria alla morte di Seleuco I Nikàtor nel 281 a.C. salì al potere il figlio Antioco I Sotere ereditando intatto l’immenso regno conquistato dal padre pressoché corrispondente alla parte asiatica dell’ex impero di Alessandro. Antioco I dedicò i primi venti anni del suo governo al mantenimento dell’integrità del suo regno. Sotto il regno di Antioco avvenne la secessione del regno micro asiatico di Pergamo.
Anche Antioco II Teo riuscì a mantenere integro il suo regno resistendo soprattutto all’ aggressività del sovrano d’Egitto Tolomeo II con il quale combattette la seconda guerra siriaca dal 260 al 253 a.C. Subito dopo cominciò a verificarsi il parziale sfaldamento dell’immenso impero seleucide fondato da Seleuco I Nitàkor. Il potere di Seleuco II figlio primogenito di Antioco II venne indebolito da lotte dinastiche con il fratello minore che riuscii a impadronirsi del governo di parte dell’Asia minore.
Perciò Seleuco II non poté evitare di perdere parte del suo regno a vantaggio da un lato del regno di Pergamo e dall’altro a vantaggio di popolazioni iraniche a est. Egli inoltre perse la terza guerra siriaca (246-241 a.C.) combattuta contro il regno di Egitto anche se questa sconfitta non gli costò la perdita di altri territori. Un regno di forte rilancio fu invece quello di Antioco III (223-187 a.C.) che ebbe come obiettivo quello di riconquistare quello che era stato perso dell’originario impero seleucide. Pur avendo perso la quarta guerra siriaca (219-217 a.C.) combattuta ancora per il possesso della Celesiria, egli intraprese una lunga spedizione fino in India per mezzo della quale mise un freno all’aggressività delle popolazioni che minacciavano i confini orientali del regno.
Tutte queste imprese belliche gli permisero di assumere il titolo di Basileus Megas (grande re).
Al suo ritorno Antioco riuscì finalmente a strappare la Celesiria all’Egitto sconfiggendo Tolomeo V nel 200 a.C. Antioco tentò poi di riconquistare parte dell’Asia Minore a danno del regno di Pergamo. Tale tentativo determinò una sempre maggiore collisione con i crescenti interessi dell’imperialismo Romano in Oriente.
Lo scontro con Roma si concluse con la battaglia di Magnesia al Sipilo (189 a. C) vinta dai romani. Tale sconfitta costrinse Antioco ad accettare le forti limitazioni impostegli dai vincitori nella successiva pace di Apamea. Antioco morì poco dopo nel 187 a.C. e la sua morte fu l’inizio di una lenta e progressiva agonia del regno seleucide durata più di un secolo. Tale situazione duro fino alla definitiva annessione all’impero romano avvenuta nel 64 a.C. ad opera di Pompeo. Per quanto riguarda il regno di Pergamo esso fu fondato nel 263 a.C. da Eumene il quale combatté a Sardi contro Antioco I e vinse tale battaglia diventando in seguito primo sovrano del regno di Pergamo.
L’ingrandimento territoriale del piccolo regno fu merito di Attalo I succeduto a Eumene nel 241 a.C. Egli grazie ad alcuni importanti successi militari riuscì a strappare ai seleucidi una parte cospicua dell’ Asia Minore. Attalo I fu anche il sovrano che più decisamente si oppose ai galati le cui continue scorrerie costituivano da anni un pericolo per l’Asia Minore. Attalo I governò per oltre un quarantennio (241-197 a.C.).
Il regno di Attalo I fu un periodo molto importante per il regno di Pergamo: questo periodo costituì per tale regno ellenistico una fase di grande splendore. Alla morte di Attalo il potere passò a suo figlio Eumene II. La spiccata simpatia del regno di Pergamo per i romani si era manifestata già negli ultimissimi anni del regno di Attalo I. Egli aveva richiesto l’intervento dei romani nella lotta contro Filippo V ma fu soprattutto con Eumene II che si cementò l’intesa politica tra Pergamo e Roma in funzione antiseleucide.
Nel 189 a.C. Eumene II combatté a fianco dei romani a Magnesia. Tale fatto gli fruttò non solo il recupero dei territori che Antioco III aveva riconquistato da Attalo I nel 222 a.C. ma anche l’acquisizione di territori nuovi, cosicché in questo periodo il regno di Attalo giunse a possedere gran parte dell’Asia Minore. A Eumene II successe nel 159 a.C. il fratello Attalo II ormai avanti con l’età che continuò la politica di alleanza con Roma e riuscì così a mantenere intatti i confini del regno. Il breve periodo di potere di Attalo III rappresentò la fine del regno di Pergamo.
Infatti il sovrano attraverso un atto testamentario lasciò in eredità il suo regno al popolo romano. Il più stabile regno ellenistico fu quello egiziano che uscì indenne da un cinquantennio di dure lotte e di avvicendamenti. Tolomeo I riuscì a fare dell’Egitto un regno ricchissimo soprattutto grazie all’avvio di una politica mercantile mirata alla vendita del grano e dei cereali. A partire dal 288 a.C. Tolomeo associò al suo potere il figlio Tolomeo II che governò da solo a partire dal 283 a.C. Tolomeo II riuscì a conservare il vasto impero ereditato dal padre perdendo solo alcuni dei possedimenti egiziani in Asia Minore a causa della sconfitta subita da Antioco II nella seconda guerra siriaca (260-253 a.C.).
Il suo quarantennio di governo rappresentò il periodo di massima floridezza dell’Egitto tolemaico anche perché egli fu un abile organizzatore della politica interna tanto che promosse varie riforme politiche e fiscali molto efficaci. Nel 246 a.C. a Tolomeo II successe Tolomeo III che fu militarmente più intraprendente di suo padre. Durante la terza guerra siriaca (246-241 a.C.) egli fu capace di giungere vittorioso fino a Babilonia anche se poi fu costretto a fare marcia indietro e a rientrare col suo esercito in Egitto. Questo slancio espansionistico si placò tuttavia nella seconda parte del suo regno che lo vide soprattutto impegnato in una politica di rafforzamento interno della propria autorità.
La morte di Tolomeo III segnò l’inizio di una lenta parabola discendente per l’Egitto tolemaico. Per Tolomeo IV vincitore della quarta guerra siriaca i problemi più che dall’esterno vennero dall’Interno del suo regno. Infatti l’ingente sfruttamento del territorio e delle sue risorse scatenò nel periodo di governo di Tolomeo IV varie rivolte popolari. Guida e promotrice di queste rivolte sociali fu soprattutto la potente classe sacerdotale egiziana che aveva visto ridotto dai primi Tolomei il proprio peso politico. Le rivolte cominciarono a minare dalle fondamenta l’equilibrio economico del regno di Egitto.
Tolomeo V salì al trono quando era ancora bambino ed ereditò questa difficile situazione interna sociale ed economica. Alla fine della quinta guerra siriaca ( 202 -200 a.C.) Tolomeo V perse il possesso della Celesiria. Inoltre l’aggressività di Antioco III di Filippo V di Macedonia sottrasse all’Egitto anche importanti basi commerciali nell’Egeo. A questo punto l’economia dell’Egitto tolemaico entrò in una fase di forte crisi e l’aggravarsi della disgregazione sociale interna fu accelerato.
I regni degli ultimi dieci sovrani tolemaici che vanno da quello di Tolomeo VI a quello di Cleopatra VII costituirono un periodo di agonia economico sociale e di forte involuzione politica del regno di Egitto. La sua definitiva caduta avvenuta nel 31 a.C. in conseguenza della battaglia di Azio viene considerata la fine della storia ellenistica. Concludiamo tale articolo mettendo in evidenza che il regno di Egitto comunque fu il più longevo dei regni ellenistici.