I premi degli Agoni
Arriviamo adesso ai premi degli agoni, i Greci utilizzavano per scrivere il carattere maiuscolo e per indicare i numeri utilizzavano le lettere dell’alfabeto, sull’epigrafe riportante i premi vi è questa dicitura. Ad esempio X → ch → chimioi= mille; ΠΗ → sono due simboli messi assieme π+η (pi+eta) → pente+ecotonion= 5*100= 500.
Nell’iscrizione vengono riportati i premi degli agoni poetici e musicali e dice che ai citoredi, coloro che cantavano accompagnandosi con la cedra, cosa andava in base alla posizione: al primo una corona d’ulivo d’oro da 1000 dracme e 500 dracme d’argento; al secondo 1200 dracme e così via fino al quinto classificato.
Nella categoria degli Aulodoi, coloro che cantavano accompagnati dall’aulos, un flauto. Una parte è dedicata agli agoni ginnici e i vincitori vincevano una corono d’ulivo semplice ma non avevano danari ma anfore piene d’olio da un massimo di 140 al minimo di 1; l’olio in se per se non aveva un valore intrinseco perché si cospargeva sul corpo per le gare per la cura e l’esaltazione della fisicità; poi vi era il valore simbolico perché l’ulivo era la pianta sacra alla dea Atena e l’olio tratto dalla pianta sacra aveva un valore religioso, infatti nell’accademia vi erano gli ulivi coltivati dai Molioi e altri ulivi venivano coltivati in altri luoghi anche privati perché lo Stato chiedeva ai cittadini, proprietari di coltivare alcune piante riservandone i frutti alla dea. L’olio inoltre veniva conservato sull’Acropoli di Atene in grandi contenitori da cui veniva poi prelevata la quantità necessaria alle anfore da dare ai vincitori degli agoni. Abbiamo una serie di gare sostenute da fanciulli, perché negli agoni si gareggiava divisi per età: vi erano i ragazzi/fanciulli da 12 a 14 anni; i ragazzi/adolescenti da 15 a 17 anni; gli uomini adulti dai 18+.
Al fanciullo vincitore della corsa dello stadio, andavano 50 anfore d’olio, al secondo 4; vi erano anche altre discipline: il diathlos cioè doppio stadio; il daiclos, la maratona di lungo tratto; il fanciullo vincitore nel pentathlon (5 gare: corsa, salto in lungo, lancio del disco, lancio del giavellotto e la lotta), riceveva 30 anfore d’olio, al secondo 6; seguono gli sport pesanti: lotta, pugilato e pancrazio. La lotta era in piedi con l’atterramento dell’avversario, il pugilato era simile al nostro e i guantoni erano stringe di cuoio a fasciare le mani, il pancrazio era lo sport prediletto e consisteva nel combattimento stile lotta greco-romana e continuava anche a terra e vinceva chi immobilizzava definitivamente l’avversario, era uno sport cruento, non vi erano pause ed esclusioni di colpi, si poteva fare di tutto tranne mordersi e infilare dita in occhi e bocca. Vi sono varie rappresentazioni degli sport sulla ceramica dei vasi e si vedono lottatori a terra che cercano di colpirsi ma c’è l’arbitro con una lunga verga che impedisce loro di fare scorrettezze. Gli agoni ippici erano prerogativa degli stati sociali più elevati, anche in ambito militare: era il classico sport aristocratico, erano accessibili ai proprietari di scuderia di cavalli e la vittoria nominalmente andava al cavallo, al cocchio ma non andata al fantino o all’auriga ma al proprietario del cavallo/scuderia. Le donne non potevano gareggiare ma poteva possedere scuderie e cavalli, un episodio si verificò ad Olimpia dove la figlia del Re Archidamo e sorella di Agesilao II di Sparta, di nome Cirisca, vinse ed eresse due monumenti ad Olimpia per commemorare le sue vittorie.
Al cocchio di cavallo di razza andavano 140 anfore d’olio, al secondo 40; poi abbiamo i cavalli da guerra e al cavallo da corsa vincitore 16 anfore d’olio, al secondo 3; al coccio di cavalli vincitore 30 anfore, al secondo 6; al cocchio da parata vincitore 4 anfore d’olio. Una specialità molto particolare era il lanciatore di giavellotto da cavallo a cui andavano 5 anfore d’olio. Nella storia noi sappiamo di personaggi importanti e di rilievo che hanno partecipato ad agoni come Alcibiade, personaggio importante ad Atene nella seconda metà del V Secolo che partecipò agli agoni olimpici con ben sette carri, quadrighe, con cavalli suoi arrivando nelle prime posizioni, le vittorie agli agoni consentivano anche di ricevere una certa notorietà.
Le anfore che contenevano l’olio dato ai vincitori erano anch’esse di un certo pregio, le cosiddette anfore panatenaiche, ed erano destinate a contenere esclusivamente l’olio delle panatenee. Avevano decorazioni tipiche legate all’evento: una delle anfore, risalenti all’età di Pisistrato, o di poco distanti, ci è giunta e vi sono rappresentate, da una parte una scena agonistica tratta o ispirata a gare con un auriga seduto sul carro e i cavalli a tirare il cocchio; dall’altra parte è rappresentata la dea Atena con lo scudo, l’elmo, la lancia e una ricca veste decorata, molto spesso la figura della dea è inquadrata tra due colonnine molto sottili e alte o una sola davanti alla dea ed in cima alle colonnine ci sono altre figure: il gallo simbolo di competizione o una Nike, figura alata femminile, che simboleggia la vittoria oppure una piccola dea Atena; in aggiunta vi è un’epigrafe:
Nel tempo viene aggiunto anche il nome dell’arconte eponimo, questo per datare l’evento.
Un’altra specialità erano gli agoni a squadra, venivano inviate a gareggiare dalle tribù; nella riforma democratica di Clistene, la popolazione di Atene e dell’Attica viene suddivisa in tribù territoriali, in origine vi erano le sole tribù gentilizie soloniane, Clistene, sostituisce le tribù gentilizie con le tribù a carattere territoriale e le tribù erano dieci e quindi ognuna di esse inviavano le squadre formate dagli iscritti nelle tribù, a gareggiare nelle panatenee. Cosa davano in premio alle squadre? Ricevevano i cosiddetti “niketheria” che significa “premi di vittoria”; le categorie erano sempre fanciulli, adolescenti e uomini: i fanciulli danzatori un bue da 100 dracme; i ragazzi danzatori di pizzica un bue da 100 dracme; gli uomini danzatori di pizzica un bue da 100 dracme. I danzatori di pizzica erano danzatori armati e facevano una serie di evoluzioni anche acrobatiche. Un’altra gara a squadre era l’aunguondria (?) cioè la gara degli belli uomini e possiamo immaginare che dovevano essere stile culturisti e si dovevano quindi confrontarsi nella prestanza fisica. Una specie di lampadedromia e al lampadedro vincitore andava una idria e i primi di vittoria anche per la battaglia navale tra le imbarcazioni pari a 300 dracme. Un rilievo ci raffigura alcuni giovani che si ripuliscono dopo la gara con un attrezzo detto strigile, perché gli atleti si cospargevano d’olio e durante i vari combattimenti si sporcavano e sudavano.
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