Enneakrounos – le nove fontane
Altri edifici riconducibili ai Pisistratidi, quindi ai figli di Pisistrato: Ippia e Ipparco
La fontana di sud-est: Atene era una città abbastanza scarsa di fontane e acqua, aveva due fiumiciattoli, l’Ilisso e l’Euridano. Sin dall’età più antica, gli abitanti di Atene, non avendo grandi fiumi cercarono di scavare pozzi per la raccolta e ne sono stati trovati tanti per l’età antica. Il problema dell’approvvigionamento fu sempre al centro delle problematiche e nel corso del tempo furono costruiti acquedotti, fontane. Nell’Atene democratica, fu inoltre istituita una magistratura apposita cioè il curatore delle fontane, un magistrato addetto solo a tale funzione. Tra il 530/520 a.C. nella zona sud-orientale dell’agorà, fu eretto un edificio rettangolare, questo edificio era aperto verso nord e doveva avere delle colonne, tre, date le dimensioni e aveva due settori destinati alla raccolta delle acque. L’acqua arrivava dal muro posteriore, che presentava tubature che poi riversavano l’acqua in questi bacini laterali, altre due tubature si trovavano sulla facciata esterna che permetteva l’accesso alla struttura ed erano destinati allo scarico delle acque superflue; vi era anche una alimentazione delle cannelle d’acqua che riversavano l’acqua nei bacini laterali e dei tubi di scarico. La struttura si fa risalire ai figli di Pisistrato, ma vi è però un problema di identificazione della fontana e sull’interpretazione per come veniva chiamata. A parlarci della fontana è Pausania, che nel libro della sua guida ci parla di una fontana collocata in quella posizione tra l’Odeion di Agrippa, II Secolo d.C., voluto da Agrippa genero di Augusto e il Santuario di Demetra e Kore, il cosiddetto Eleusion. Pausania, Guida della Grecia, I, in merito alla fontana ci dice: “Vicino all’Odeion di Agrippa, c’è una fontana che chiamano Enneakrounos che è stata adornata da Pisistrato così come la si vede ora”. La parola Enneakrounos viene dalle parole greche Ennea+Krounos= nove+fontane à la nona fontana. La fontana viene menzionata anche da altri autori essendo molto famosa per l’epoca, la testimonianza di Tucidide Storie, II, è in contrapposizione con Pausania, e dice: “Gli Ateniesi di allora, si servivano nelle occasioni più importanti della fontana detta Enneakrounos (zona sud dell’Acropoli), che ha tale nome da quando i Tiranni la modificarono in questo modo ed in tempi più antichi si chiamava Kalliroe, che significa Bella fonte/sorgente (kalos=bello + roe=corrente/acqua che scorre). Si chiamava Kalliroe perché le sorgenti erano scoperte ed era senza una struttura architettonica”. La fontana viene collocata nella zona sud-est, vicino l’Ilisso e all’Olimpeion, per motivi cronologici avrebbe ragione Tucidide però sono state fatte molte ipotesi sulla veridicità di Pausania perché non può essersela inventata la fontana. Una soluzione è stata avanzata dall’archeologo italiano, Doro Levi, che pensò: vista l’attitudine dei Pisistratidi alla costruzione pubblica non devono aver costruito una sola fontana ma una serie di fontane per l’intera città con un sistema di nove fontane. Quindi Enneakrounos si associa al sistema e non alla singola fontana. Sicuro resta comunque l’impegno dei Pisistratidi per l’approvvigionamento dell’acqua ad Atene ed infatti sulla ceramica attica del tempo, il tema delle donne che vanno a prende l’acqua è molto frequente. Ad es. sull’anfora (in foto), si vede una struttura coperta con colonnine ecc., poi sullo sfondo due teste di leoni in bronzo dalla cui bocca sgorga l’acqua; una donna con un’anfora poggiata sulla testa e che sta per entrare nella fontana, poi un’altra donna che sta raccogliendo l’acqua dalla prima testa di leone, un ragazzo che fa la fila, un’altra anfora posata su un piano in cui si sta raccogliendo l’acqua e l’ultima signora che sta uscendo dopo aver raccolto l’acqua. E’ un tema frequente e molto sentito, per le donne che vivevano sempre chiuse in casa perché in queste occasioni si socializzava.