Tebe all'apice della sua potenza
Moneta d’argento con scudo beota (V secolo a.C.)

L’egemonia Tebena fu quel periodo in cui la città di Tebe dominò sulla Grecia grazie alla sua potenza militare.

Le cause sono da ricercarsi nell’ottenere quel riconoscimento di una propria egemonia che non era stato possibile avere nel 386 a.C. Si trattava di un’aperta sfida a tutte le poleis greche che avevano accettato le clausole della ‘pace comune’ (tra cui Atene) e soprattutto a Sparta che, si preparò a fare una risposta adeguata alla sortita del leader tebano. Si decise quindi di inviare una spedizione contro Tebe, il cui comando venne affidato al re Cleombroto, il quale penetrato in Beozia da Creusi, puntò su Tebe scontrandosi con le sue truppe  presso la pianura di Leuttra nel 371 a.C.

La battaglia di Leuttra (371 a.C.) mostrò i vantaggi portati dalle innovazioni tattiche di Epaminonda.

L’esercito tebano, guidato da Epaminonda, pur essendo numericamente inferiore a quello spartano, riuscì inaspettatamente a sconfiggere Cleombroto applicando nella battaglia una nuova tattica, quella della ‘falange obliqua’. Questa tecnica, rappresentò una profonda innovazione nell’arte della guerra del IV secolo a.C., poiché consisteva nel fatto che all’attacco della destra sulla sinistra del nemico si sostituiva quello della sinistra sulla destra, ma la cosa più importante è che per applicarla era necessario disporre in primo luogo di truppe più leggere e veloci, e, secondariamente, di una capacità di sfondamento delle file del nemico, che, nel caso fosse venuta a mancare, poteva costituire un serio problema per chi attaccava.

La dura sconfitta di Sparta a Leuttra, giunse inattesa e lasciò sul campo ben 400 dei 700 Spartiati presenti sul campo compreso lo stesso re, e inflisse un duro colpo al mito della sua invincibilità militare, segno che era iniziato il suo lento ed inesorabile declino. Difficoltà che si accentuarono quando Epaminanda cercò di portare la guerra nel Peloponneso per tagliare alle radici le fondamenta del potere spartano.

Epaminonda, il maggiore artefice dell’egemonia tebana.

La prima spedizione si svolse nel 370 e permise ai Beoti e suoi alleati di giungere fino alla Messenia, dove, Epaminonda, diede inizio alla fondazione della città di Messene, raccogliendo i Messeni supersiti e sorteggiando tra i nuovi cittadini i lotti di terra. Questo inflisse un altro duro colpo a Sparta, la quale perdeva la secolare servitù messenica, pilastro della sua organizzazione statale.

Successivamente alla fondazione dello Stato Messenico, vi fu, sempre con l’appoggio di Epaminonda, la fondazione di una ‘lega arcadica’, che, riuscì a resistere agli attacchi spartani e riuscì a stringere alleanze con le popolazioni vicine. Ma l’atto più importante di insubordinazione ai dettami della città lacedemone e della pace comune fu la fondazione di Megalopoli, risultato della fusione di venti villaggi preesistenti e divenne la capitale di un nuovo koinón arcadico.

Le vittorie di Epaminonda fecero comprendere che la nuova politica tebana poteva costituire un serio rischio per gli equilibri esistenti nel mondo greco: Atene aveva convocato nella città i rappresentanti degli Stati peloponnesiaci nella speranza di rinnovare per proprio conto la pace comune del 371, mentre Dioniso I di Siracusa inviò aiuti ai lacedemoni con un contingente di mercenari.

Nel 370 la morte improvvisa di Giasone di Fere aveva determinato un nuovo vuoto di potere che rischiava di far precipitare nel caos il Paese, ma con Alessandro di Fere, suo erede, si costituì una coalizione sotto la guida della città di Larissa, che si rivolse prima alla Macedonia e successivamente a Tebe, per porre sotto il suo controllo l’Anfizionia delfica. Una serie di scontri successivi per favorire in Macedonia l’ascesa al trono di Alessandro II contro Tolomeo di Aloro, portarono nel 369, Pelopida (Tebe) ad intervenire in Tessaglia. Tuttavia Tolomeo di Aloro, riuscì ad uccidere Alessandro II di Macedonia diventandone in reggente del Paese in nome dei due fratelli del sovrano ucciso, Perdicca e Filippo. Il leader tebano concesse la sua approvazione al nuovo sovrano per evitare ogni interferenza ateniese nella successione al trono di Macedonia.

Questo inatteso evolvere degli eventi aveva messo in difficoltà la classe dirigente tebana, la quale non aveva voluto accettare le clausole della ‘pace comune’: Pelopida era agli arresti in Tessaglia, Epaminonda non venne rieletto beotarca e nella città cresceva il numero di coloro che si opponevano all’attivismo politico-militare che aveva caratterizzato la vita della polis negli ultimi anni.

Tebe all’apice della sua potenza

Nel 367, Epaminonda cercò di raddrizzare la situazione creatasi, facendosi rieleggere beotarca, ed ottenne la liberazione di Pelopida grazie ad una spedizione militare in Tessaglia contro il tiranno di Fere. Con la sua liberazione poteva ora riprendere il cammino del progetto politico dei due leader tebani.

Nello stesso anno, Pelopida si recò a Susa, in Persia, per cercare di ottenere dal Gran Re il riconoscimento che non era ormai più Sparta ma Tebe la città greca con la quale bisognava discutere e trattare per quanto riguardava la ‘pace comune’. Il Gran Re, fu disponibile a dare a Tebe questo riconoscimento, ma al loro ritorno dall’Asia i Tebani non furono capaci di far ratificare dagli altri Greci gli accordi raggiunti con la Persia. Il tentativo tebano di sostituirsi a Sparta poteva ritenersi momentaneamente fallito: ai leader tebani era chiaro che bisognava rendere credibile Tebe dal punto di vista militare, quale potenza greca.

La rocca cadmea a Tebe

Epaminonda intraprese due mosse: la prima fu quella della costruzione di una flotta tebana, con il compito di contrastare il dominio ateniese sul mare, dominio che si era sempre più rafforzato con la nascita della seconda lega marittima. Inoltre, Epaminonda ritenne necessaria una terza spedizione nel Peloponneso, per stabilire un’alleanza con le popolazioni achee e far crollare definitivamente il potere spartano. Giunto nel Peloponneso, il capo tebano si rese conto che era difficile avere a che fare con popolazioni che avevano al loro interno un alto tasso di conflittualità: preferì lasciare al suo posto il gruppo oligarchico che dominava la lega achea, ma dopo un po’ si vide costretto a ritornavi per insediare un governo democratico con la forza. Poco dopo questo governo venne travolto dagli oligarchi e l’alleanza tra Achei e Tebani si ruppe e i frutti della sua spedizione andarono persi.

Per Tebe, così come per Atene e Sparta, fu difficile stringere rapporti di alleanze che dessero stabilità al mondo greco: infatti il sorgere nel Peloponneso di nuove entità politiche come gli Stati federali (koiná), non fece altro che aggiungere nuova frammentazione ad un sistema di relazioni internazionali, che non aveva mai avuto spinte unitarie.

Deludente fu, anche, il nuovo tentativo nel 366 del congresso tenutosi a Tebe per rinnovare la ‘pace comune’. Sparta venne condannata a pagare una forte multa per l’occupazione della Cadmea avvenuta 16 anni prima da parte del tribunale internazionale costituito dall’Anfizionia delfica.

Morte di Pelopida di Andrej Ivanov (1805-1806); Pelopida fu il braccio destro di Epaminonda e, assieme a lui, artefice dell’ascesa di Tebe

Nel 364 Tebe si fece trovare pronta nel mandare nuovamente Pelopida in Tessaglia allo scopo di regolare i conti col tiranno di Fere. Lo scontro avvenne presso Cinoscefale e si concluse con la vittoria delle truppe beotiche, ma Pelopida, che aveva voluto affrontare in singolar tenzone il tiranno di Fere, morì per le ferite riportate. Tebe, pur uscendo vittoriosa dalla battaglia perdeva una delle punte di diamante  della sua azione politica, e ciò non poté che creare i presupposti per un indebolimento della sua posizione nell’agone politico greco.

Altro punto delicato della situazione politica greca era costituito, dal Peloponneso, dove non si era ancora precisato il ruolo che dovevano giocare i nuovi Stati nati dalla dissoluzione del potere spartano. Un conflitto scoppiò tra la città di Mantinea e quelle di Tegea e Megalopoli: la prima voleva rientrare nell’orbita spartana, le seconde volevano restare fedeli a Tebe. Conseguenza fu nel 362 la quarta discesa di Epaminonda nel Peloponneso.

La guerra spaccò nuovamente il mondo greco: con Mantinea, oltre Sparta, vi erano anche Ateniesi ed Elei; dalla parte opposta Tegea, Megalopoli, Tebani, Achei, Argivi e altri Peloponnesiaci. La battaglia fra i due opposti schieramenti si svolte presso Mantinea e fu condotta da Epaminonda utilizzando, la tattica vincente della falange obliqua che comportava l’attacco contro l’ala destra del nemico, ma avendo scelto anch’egli, come Pelopida, lo scontro diretto e personale fu colpito a morte da una lancia.

La morte di Epaminonda, di Isaak Walraven, 1726, Rijksmuseum, Amsterdam

Come già avvenne a Cinoscefale, i Beoti e alleati, riuscirono a riportare la vittoria sugli avversari con gravi perdite, ma la vittoria fu offuscata dalla morte del comandante supremo, Epaminonda, l’uomo che aveva saputo dare a Tebe quel respiro panellenico, mettendola al centro della vita politica greca. La città beotica, senza la presenza dei suoi due carismatici capi politici, non sarà più in grado di proporsi al mondo greco quale polis capace di esercitare una funzione egemonica.

Il risultato dei conflitti che avevano caratterizzato la storia greca nell’ultimo decennio fino a Mantinea (362 a.C.) era stato quello di portare ad un esaurimento di forze che si erano impegnate negli scontri. Sparta era sulla via del declino; Tebe non appariva all’altezza  di prenderne il posto; Atene anche lei si avviava sulla via del declino.


 

Battaglia di Leuttra 

parte delle guerre dell’egemonia tebana
 
Data 6 luglio 371 a.C.
Luogo Beozia
Esito Decisiva vittoria tebana
Schieramenti
Lega beotica (Tebe) Sparta
Comandanti
Epaminonda
Pelopida
Cleombroto I †
Effettivi
6.000-7.000 opliti e 1.500 cavalieri 10.000-11.000 opliti e 1.000 cavalieri
Perdite
300 secondo Diodoro
47 secondo Pausania
1000 secondo Senofonte
400 secondo Diodoro

 

Battaglia di Cinocefale 

parte delle guerre dell’egemonia tebana
 

Data agosto o settembre 364 a.C.
Luogo Tessaglia
Esito Incerto
Schieramenti
Lega beotica (Tebe) Tessaglia
Comandanti
Pelopida † Alessandro di Fere
Effettivi
7000[1] 20000? (evidente esagerazione di Diodoro)
Perdite
Basse 3000

 

Battaglia di Mantinea 

parte delle guerre dell’egemonia tebana
 
Data 362 a.C.
Esito Vittoria pirrica tebana
Schieramenti
Lega beotica (Tebe)
Arcadia
Sparta
Atene
Acaia
Mantinea
Comandanti
Epaminonda † Agesilao II
Effettivi
33.000 soldati 22.000 soldati

By Simone Riemma

Studente del corso in Civiltà Antiche ed Archeologia: Occidente dell'Università degli Studi di Napoli - Orientale. Sono CEO e founder dei siti: - www.storiaromanaebizantina.it assieme al mio collega dott. Antonio Palo (laurea in archeologia) - www.rekishimonogatari.it assieme alla dott.ssa Maria Rosaria Formisano (laurea magistrale in lingua e letteratura giapponese e coreana) nonché compagna di vita. Gestisco i seguenti siti: - www.ganapoletano.it per conto dell'Associazione culturale no-profit GRUPPO ARCHEOLOGICO NAPOLETANO Le mie passioni: Storia ed Archeologia, Anime e Manga.

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