Djoser, un palazzo per l’aldilà a Saqqara (la piramide a gradoni)
Anche se deve la sua fama alla costruzione del complesso funerario di Saqqara, Djoser (Necherkhet 2686-2667 a.C.) con il suo regno portò molti cambiamenti in Egitto. In ambito religioso, associò il culto del dio del sole Ra alla monarchia e potenziò il suo clero a Eliopoli. Per quanto riguarda l’architettura funeraria, eresse come sua tomba la prima piramide a gradoni in pietra. I cambiamenti promossi dal faraone Djoser ebbero grande influenza in ogni ambito del suo regno. Dopo l’epoca turbolenta che determinò la fine del periodo tinita, il re trasferì la capitale a Menfi. Gli avvenimenti del suo regno mostrano un sovrano inquieto che estese i confini dell’Egitto e non esitò a combattere contro i suoi nemici. Nella penisola del Sinai sono state trovate iscrizioni e immagini che mostrano Djoser che afferra per i capelli un beduino, in segno di vittoria sui suoi nemici; senza dubbio, queste iscrizioni sono state effettuate nel corso delle spedizioni minerarie verso questa zona per rifornirsi di rame e turchese. A sud, il confine dell’Egitto arrivava fino alla regione di Assuan, e si sa con certezza che Djoser diede inizio alla colonizzazione della Bassa Nubia.
Uno dei personaggi più importanti della sua corte fu Imhotep, visir, sommo sacerdote di Eliopoli e architetto del complesso di Saqqara.
In un primo momento, Djoser stava per essere sepolto come i suoi predecessori delle dinastie I e II: una camera sepolcrale in fondo a un pozzo coperto da una collina primordiale artificiale, ma visibile sopra il suolo, non sepolta come quelle di Abydos, e dotata di un “edificio funerario”, che in questo caso circondava la tomba stessa. Tuttavia, vi era una caratteristica che distingueva la sua tomba dalle altre, ossia che il faraone decise di costruirla in pietra anziché in mattoni. Il progetto iniziale che prevedeva la sola mastaba quadrata ad un certo punto venne modificato in un edificio di quattro piani, che presto diventarono sei. Era nata la piramide a gradoni, e non come somma di mastabe sempre più piccole, ma come forma consapevole e intenzionale. Non è noto se questo sovrano prese parte attivamente o meno alla decisione di apportare modifiche alla tomba reale, ma ciò che è certo è che Imhotep fu l’architetto e il capomastro che la mise in pratica. E il risultato del suo magnifico lavoro fu un recinto funerario straordinariamente più complesso di quelli dei re delle dinastie tinite, a loro volta sepolti nella necropoli di Saqqara.
Il fulcro è, naturalmente, una piramide a sei gradoni, con un’altezza di 60m. Si trova all’interno di un’area di oltre 500 m di lunghezza per quasi 300 m di larghezza, delimitata da un muro di pietra alto 10,5 m con una sola porta di accesso (tutte le altre porte al suo interno, quattordici in tutto, sono finte). All’interno del recinto funerario si estendono vari cortili (cortile sud, di Heb Sed, della Casa del Nord e della Casa del Sud), e si trova inoltre una serie di edifici finti in pietra (strutture solide con un solo ingresso, un corridoio e una piccola nicchia all’interno). Sebbene non sia nota la funzione di molte di queste strutture (che nel complesso simboleggiano la residenza reale di Menfi, la dimora eterna del ka o l’esistenza vitale del faraone defunto), ce ne sono altre la cui destinazione è chiara: erano state progettate per consentire al ba o spirito del sovrano di ripete le cerimonie della festa di Sed per tutta l’eternità e di vivere per sempre giovane e nel pieno delle proprie facoltà.
Il significato simbolico della piramide a gradoni è stato spiegato come quello di una scala progettata per consentire l’ascensione del defunto re al cielo, come indicato successivamente nei Testi delle Piramidi. Inoltre, il determinativo utilizzato per designare “ascensione” è proprio il profilo di una piramide a gradoni. Non si deve dimenticare che la piramide è anche una rappresentazione della collina primordiale dove, secondo la cosmogonia egizia, il dio Atum creò il mondo; costituiva inoltre il magnifico punto di partenza verso il firmamento, la dimora immortale del faraone deificato.
Il regno di Djoser rappresentò un cambiamento piuttosto radicale rispetto alla dinastia tinita. Non solo decise di modificare la visibilità delle tombe reali, fino ad allora per niente appariscenti e in seguito visibili a chilometri di distanza, ma così facendo cambiò completamente la struttura della società, senza alcuna possibilità di ritorno. Costruire una piramide non è una questione banale, sopratutto quando si decide di utilizzare un materiale da costruzione come la pietra, fino ad allora quasi sconosciuto e utilizzato solamente per costruire i marciapiedi e per scolpire piccole statue e stele. Ottenere tutto questo materiale richiedeva un gruppo di persone specializzate nell’estrazione della cava, un altro che spostasse i blocchi, e, infine, un altro gruppo che sollevasse i blocchi e li posizionasse correttamente. Si trattava di lavoratori che avevano anche bisogno di cibo e riparo per poter adempiere al compito assegnato.
Con la costruzione della piramide a gradoni, l’Egitto, unito politicamente già da diverse centinaia di anni, fece i primi passi per divenire un vero Stato centralizzato, il primo al mondo. Fu un lungo processo che, per gli oltre tremila anni di storia dell’Egitto faraonico, venne interrotto in almeno tre occasioni principali (i cosiddetti Periodi Intermedi).