Le riforme di Clistene
Una volta preso il potere i democratici, guidati da Clistene, cercarono di riformare lo Stato e l’obiettivo principale era quello di eliminare tutti i conflitti di interesse che si erano generati nelle età precedenti e che avevano poi portato alla tirannide. Il motto di Clistene fu “rimescolare il demos”, e si inventò tutto un marchingegno per costringere gli abitanti di una zona e gli abitanti di un’altra a trovare degli accordi, ma anche cercare di far partecipare un più ampio numero di cittadini all’amministrazione della cosa pubblica. Anticamente la popolazione ateniese era formata da quattro tribù gentilizie: gli Egicorei, gli Argadei, i Geleonti e gli Opleti: queste tribù avevano delle suddivisioni in tre trittie per un totale di dodici trittie, ciascuna trittia a sua volta era suddivisa in quattro naucrarie per un totale di quarantotto naucrarie. Le Trittie erano come delle circoscrizioni territoriali sulla quale abitavano determinate persone appartenenti a determinate famiglie. Queste tribù mandavano i loro rappresentanti nel Consiglio dei 400, istituito da Solone, e ciascuna delle tribù mandava cento membri. Non si conosce cosa sia accaduto al Consiglio ne quali siano state le sue funzioni. Le naucrarie, si pensa dovessero avere funzioni finanziarie con a capo un Naucrario. Clistene abolisce il Consiglio dei 400 e ne istituisce uno nuovo, il Consiglio dei 500, fondato su una nuova suddivisione territoriale dell’Attica. Egli divide la popolazione in dieci tribù: la regione dell’Attica era enorme per estensione con l’unico grande centro urbano in Atene e poi una piccola serie di villaggi con varie dimensioni, chiamati demi. Con la parola demo intendiamo una zona geografica dell’Attica con insediamento umano. Un demo era anche un’entità di carattere politica, infatti, tutti i cittadini che abitavano nel demo ne facevano ufficialmente parte, avevano al loro interno una propria organizzazione: i cittadini si riunivano in assemblea che veniva chiamata agorà, termine usato solo per i cittadini dei demi, invece di Ecclesia come per il popolo di Atene. Nei demi vi era una sorta di sindaco, il demarco, c’erano anche delle magistrature come ad esempio, i tesorieri che amministravano le finanze locali; la cosa importante era che i demi conservavano le liste dei propri cittadini, sia ereditari che stranieri, meteci.
Clistene, dicono le fonti, individuò nell’Attica ben 139 demi, i quali nel tempo aumentarono fino ad arrivare a 170, seconda cosa fu quella di suddividere il territorio dell’Attica in 3 grandi zone che contenevano i demi: individuò la zona attorno alla città di Atene, che si chiamava Asty, poi individuò la regione lungo la cosa, chiamata Paralia ossia lungo il mare, infine tutta la zona interna, chiamata Mesogea, ossia terra di mezzo. Divide ciascuno di questi settori in 10 Trittie, per un totale di 30 Trittie. Le Trittie erano i raggruppamenti dei demi, vi era un demo con funzioni di capoluogo che dava il nome alla trittia e attorno tutti i demi minori che non erano necessariamente vicini gli uni agli altri. Poi si arriva alla formazione delle 10 tribù le quali erano costituite da 1 trittia dell’Asty, 1 trittia della Paralia e 1 trittia della Mesogea, messe assieme tramite sorteggio. Ogni tribù presenta un nome derivante dai nomi degli eroi eponimi di Atene:
- Erechteis, da Eretteo
- Aigeis, da Egeo padre di Teseo
- Pandionis, da Pandione
- Leontis, da Leos
- Akamantis, da Akamonte figlio di Teseo
- Oineis da Oineo figlio di Pandione
- Kekropis da Cecrope
- Hippothoontis da Hippotonte
- Aiantis da Aiace
- Antiochis da Antioco figlio di Eracle
Le tribù si susseguivano secondo un ordine preciso, quando si costruiva una tomba per i caduti in guerra comune, vi era l’elenco dei nomi e veniva scritto secondo l’ordine di appartenenza alla tribù, qualunque elenco veniva redatto sempre secondo l’ordine di sequenza delle tribù.
Con questa riforma, Clistene, voleva far andare d’accordo, mettendo assieme in una stessa tribù coloro che erano lungo la costa, all’interno e in città facendo conciliare i loro interessi. L’esercito era organizzato per tribù, ciascuna tribù che comprendeva gente di provenienza diversa forniva soldati singolarmente mandando ad esempio 1000 fanti opliti, la cavalleria era costituita da 100 unità per tribù e i comandanti, gli strateghi, erano 10 eletti dalle tribù. Il numero di tribù però non rimase fisso nel tempo, in relazione ai mutamenti politici, nel 307/6 a.C. venne istituita la tribù di Anticonis e Demetrias, in onore dei Macedoni Antioco il monoftalmo e suo figlio Demetrio poliorcete in età ellenistica; nel 224/3 a.C. viene istituita la Tolemais in onore dell’alleato Tolemeo III Evergete d’Egitto; nel 201 a.C. vengono cancellate Anticonis e Demetrias perché in questo periodo Atene si trova in cattivi rapporti con l’allora re macedone Filippo V; l’anno dopo avendo Atene, rapporti eccellenti con Attalo I re di Pergamo, pensa di dedicargli una nuova tribù l’Attalis ed in età romana viene creata la nuova Adrianis in onore dell’Imperatore Romano Adriano, portando il numero totale delle tribù a 13.
Nel Consiglio dei 500, ciascuna tribù mandava cinquanta suoi rappresentanti, eletti a sorte dalle prima tre classi di censo soloniane, Pentakosiomedimni, zeugiti, ittei e teti. Il nome ufficiale della boulè era “he boulè hoi pentakosioi”. Quando aumentò il numero delle tribù aumentò anche il numero dei buleoti, fino al massino di settecento. I membri per accedere alla boulè dovevano avere almeno trent’anni di età, sorteggiati tra quanti se ne candidavano e veniva nominato anche un sostituto, nel caso qualcuno venisse a mancare, inoltre non potevano essere eletti per più di due volte e non di seguito, poi vi era tutto il cerimoniale: dovevano fare un solenne giuramento, conservare i segreti di Stato, si impegnavano a tutelare la libertà dei singoli cittadini consentendo loro di uscire su cauzione, facevano la Dochimasia, cioè la verifica dei requisiti ce veniva fatta ad esempio ai buleuti e agli arconti, una sorta di fedina penale o casellari giudiziario moderno. Quando vi era la riunione veniva dato ad ogni rappresentante un getto di presenza all’entrata che doveva riconsegnare all’uscita per ricevere il consenso di 5 oboli; la carica durava un anno e venivano esonerati dal servizio militare. Il nuovo gruppo si insediava all’inizio del nuovo anno, nel mese di Ecatombeone, questo consiglio dei 500, aveva una sua organizzazione interna, infatti queste tribù si alternavano al governo della boulè, non secondo l’ordine ufficiale, ma secondo un ordine stabilito da sorteggio; quando il consiglio si insediava si faceva l’estrazione a sorte di ogni singola tribù. I cinquanta membri della tribù eletta si preparavano l’ordine del giorno, preparavano le leggi e i decreti sottoponendoli all’insieme del Consiglio, i quali votavano, controproponevano ecc. I membri che esercitavano la funzione, per un mese circa, erano detti Pritani e il periodo di carica era la Pritania, la durata della pritania cambiava in base al numero delle tribù.