Accadde Oggi: 7 Dicembre / 43 a.C.: assassinio di Cicerone
1/5) 43 a.C.: Formia – Tra le vittime eccellenti delle proscrizioni vi è Marco Tullio Cicerone, l’anziano oratore protagonista da quarant’anni della vita politica romana. Nel breve periodo in cui il Senato aveva cercato di giocare la carta Ottaviano per indebolire Antonio, Cicerone aveva attaccato quest’ultimo in una serie di violentissimi discorsi; ora Antonio – trovato l’accordo con il secondo triumvirato – aveva modo di vendicarsi e Ottaviano non potè, o non volle, difendere il suo ex sponsor politico.
I sicari di Antonio raggiungono Cicerone sulla spiaggia di Formia mentre cercava di prendere il largo su una nave. La testa e le mani di Cicerone furono mozzate ed esibite a Roma nel Foro, dalla tribuna degli oratori, a riprova della violenza dello scontro in atto.
Lo storico Tito Livio, testimone diretto degli eventi drammatici connessi all’istituzione del secondo triumvirato, ricorda in tono fortemente patetico le ultime ore di vita di Cicerone, ormai braccato dai sicari di Antonio.
«Cicerone aveva abbandonato Roma all’avvicinarsi dei triumviri ben sapendo, ed era così, che non si sarebbe potuto sottrarre all’ira di Antonio più che Cassio e Bruto a quella di Cesare; s’era rifugiato dapprima nel Tuscolano, di là, per vie traverse, nella villa di Formia, con l’intenzione di imbarcarsi a Gaeta. E già più di una volta aveva preso il largo, e l’avevano ricacciato indietro ora i venti contrari, ora la sua stessa insofferenza del rollio della nave in balia dei flutti; finalmente lo prese il tedio della fuga e della vita e risalito alla villa, che dista dal mare poco più di mille passi: “Morrò – disse – nella patria che ho più volte salvata”. È noto che i suoi servi si erano preparati a combattere coraggiosamente e fedelmente e che fu lui stesso a dare ordine che deponessero la lettiga e s’arrendessero senza reagire alla volontà di un destino avverso. Si sporse dalla lettiga, offerse immobile la cervice e gli fu tagliata la testa. Ma questo non bastò alla crudeltà dei soldati; gli tagliarono anche le mani rimproverandole di aver scritto ingiurie contro Antonio. Così la testa fu portata ad Antonio e, per suo ordine, posta fra le mani sui Rostri [nome della tribuna degli oratori], dov’egli da console, dove poi da consolare, dove in quello stesso anno nei discorsi contro Antonio, era stato udito parlare con meravigliosa eloquenza, come mai nessuna voce umana aveva parlato. A stento, alzando gli occhi bagnati dalle lacrime, i cittadini trovavano la forza di guardare quelle membra straziate.»
2/5) 374 d.C.: Milano – Ambrogio viene acclamato vescovo di Milano dopo aver ricevuto il battesimo.
3/5) 396 d.C.: Costantinopoli – L’imperatore Arcadio emana un decreto nel quale ordina che il paganesimo venga considerato come atto di alto tradimento. Vengono incarcerati i pochi sacerdoti pagani rimasti in libertà.
4/5) 1431 d.C.: Genova – Parte alla volta di Bisanzio una spedizione diplomatica che avrebbe dovuto proporre all’imperatore bizantino Giovanni VIII Paleologo di fornire supporto logistico per la riconquista dell’isola di Creta, occupata dalla rivale Repubblica di Venezia dai tempi della Quarta Crociata.
5/5) 1965 d.C.: Roma – Nel corso dei lavori del Concilio Vaticano II Papa Paolo VI e il patriarca Atenagora di Costantinopoli revocano le rispettive scomuniche del 1054 (ben 911 anni dopo) che avevano causato lo Scisma d’Oriente tra Cattolici e Ortodossi, firmate all’epoca da Papa Leone I e il patriarca Michele Cerulario.