Accadde Oggi: 28 Febbraio
1/4) 380 d.C.: Tessalonica – Con l’emanazione della costituzione comprendente l’editto de fide catholica, gli imperatori Teodosio e Graziano ordinano a tutti i popoli l’adesione al Cristianesimo cattolico, che a partire da questa data diventa unica religione dell’Impero. Viene pertanto vietata la pratica dell’arianesimo anche se spesso viene interpretato in senso generale:
IMPPP. GR(ATI)IANUS, VAL(ENTINI)ANUS ET THE(O)D(OSIUS) AAA. EDICTUM AD POPULUM VRB(IS) CONSTANTINOP(OLITANAE). Cunctos populos, quos clementiae nostrae regit temperamentum, in tali volumus religione versari, quam divinum Petrum apostolum tradidisse Romanis religio usque ad nunc ab ipso insinuata declarat quamque pontificem Damasum sequi claret et Petrum Aleksandriae episcopum virum apostolicae sanctitatis, hoc est, ut secundum apostolicam disciplinam evangelicamque doctrinam patris et filii et spiritus sancti unam deitatem sub parili maiestate et sub pia trinitate credamus. Hanc legem sequentes Christianorum catholicorum nomen iubemus amplecti, reliquos vero dementes vesanosque iudicantes haeretici dogmatis infamiam sustinere ‘nec conciliabula eorum ecclesiarum nomen accipere’, divina primum vindicta, post etiam motus nostri, quem ex caelesti arbitro sumpserimus, ultione plectendos.
DAT. III Kal. Mar. THESSAL(ONICAE) GR(ATI)ANO A. V ET THEOD(OSIO) A. I CONSS.
ESSENDO IMPERATORI GRAZIANO, VALENTINIANO E TEODOSIO AUGUSTI. EDITTO AL POPOLO DELLA CITTA’ DI COSTANTINOPOLI. Vogliamo che tutte le nazioni che sono sotto nostro dominio, grazie alla nostra carità, rimangano fedeli a questa religione, che è stata trasmessa da Dio a Pietro apostolo, e che egli ha trasmesso personalmente ai Romani, e che ovviamente è mantenuta dal Papa Damaso e da Pietro, vescovo di Alessandria, persona con la santità apostolica; cioè dobbiamo credere conformemente con l’insegnamento apostolico e del Vangelo nell’unità della natura divina di Padre, Figlio e Spirito Santo, che sono uguali nella maestà e nella Santa Trinità. Ordiniamo che il nome di Cristiani Cattolici avranno coloro i quali non violino le affermazioni di questa legge. Gli altri li consideriamo come persone senza intelletto e ordiniamo di condannarli alla pena dell’infamia come eretici, e alle loro riunioni non attribuiremo il nome di chiesa; costoro devono essere condannati dalla vendetta divina prima, e poi dalle nostre pene, alle quali siamo stati autorizzati dal Giudice Celeste.
DATO IN TESSALONICA NEL TERZO GIORNO DALLE CALENDE DI MARZO, NEL CONSOLATO QUINTO DI GRAZIANO AUGUSTO E PRIMO DI TEODOSIO AUGUSTO.
L’editto, pur proclamando il Cristianesimo religione di Stato dell’Impero romano, non stabiliva alcuna direttiva specifica a proposito. Bisognerà attendere i cosiddetti “decreti teodosiani”, promulgati dallo stesso Teodosio I, che tra il 391-392 normarono l’attuazione pratica dell’editto di Tessalonica.
2/4) 457 d.C.: Costantinopoli – Dopo i mesi seguiti alla morte dell’ultimo imperatore d’Occidente Avito, l’imperatore d’Oriente Leone I nomina magister militum i generali Maggioriano e Ricimero; quest’ultimo, barbaro, verrà nominato anche patricius. La scelta di Leone fu preferita a quella dell’unico candidato alternativo, Anicio Olibrio, imparentato con il sovrano vandalo Genserico, che a differenza di Maggioriano non aveva il sostegno dell’esercito.
3/4) 628 d.C.: Ctesifonte – Muore il sovrano sasanide Cosroe II, uno dei più grandi nemici della storia dell’Impero d’Oriente. Egli fu rovesciato cinque giorni prima dal figlio Siroe (Khavad II) che ne aveva preso il posto dopo la sconfitta per mano dei Bizantini guidati da Eraclio: in seguito era stato imprigionato in un sotterraneo e ripetutamente torturato prima di morire.
4/4) 1438 d.C.: Venezia – Il corteo dell’imperatore Giovanni VIII Paleologo, in Italia per questioni diplomatiche (aiuti per l’Impero) e religiose (sulla riunione delle Chiese), si sposta verso Ferrara, città scelta per l’omonimo concilio ecumenico. A causa delle ristrettezze economiche bizantine il soggiorno veneziano fu a spese della Repubblica di San Marco, che ospitò l’imperatore e il suo seguito nel palazzo del marchese di Ferrara (noto come Fondaco dei Turchi).
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