Accadde Oggi: 28 Aprile / 357 d.C., Roma – Celebrazioni dei Vicennalia di Costanzo II
1/4) 32 d.C.: Ferentium – Nasce Marco Salvio Otone. Egli apparteneva ad una antica e nobile famiglia etrusca residente a Ferentium (od. Ferento). Nacque con il nome di Marco Salvio Otone in onore del nonno, un senatore romano diventato pretore e primo membro della famiglia a entrare in Senato. Suoi genitori furono Lucio Salvio Otone, intimo amico di Tiberio, e Albia Terenzia. Aveva un fratello, Lucio Tiziano, ed una sorella che da giovane fu promessa a Druso Cesare, figlio di Germanico. Otone diverrà imperatore nel 69 d.C. (anno dei quattro imperatori).
2/4) 357 d.C.: Roma – L’imperatore Costanzo II celebra il ventennale della sua assunzione all’Impero (vicennalia) a Roma in una visita ufficiale piena di significati. Da una parte l’imperatore esilia il vescovo della città Liberio e subisce l’aperta contestazione della folla cristiana della metropoli ma contemporaneamente ribadisce i finanziamenti pubblici a favore della chiesa romana. Poi, nello stesso contesto celebrativo, visita i templi pagani garantendo a questi sussistenza economica e appoggio.
L’imperatore pare onorare l’interezza della storia della città che nella lotta contro Magnenzio gli aveva fornito un valido appoggio. La donazione dell’obelisco egizio che viene traslato dalla remota provincia fino a Roma e che ancora oggi si trova in S. Giovanni in Laterano è un segno notevole di questo rispetto e interesse: ancora di più l’importanza di quel segno è sottolineata e evidenziata dal fatto che inizialmente il monumento era destinato ad abbellire Costantinopoli. Costanzo II parve preferire decisamente l’antica capitale rispetto alla nuova residenza imperiale, stabilita e rifondata da suo padre quaranta anni prima. Anche nella concretezza politica si rivela questa nuova preferenza: Costanzo II rinnova tutte le distribuzioni annonarie a favore dei cives romani domo Romae, cioè dei cittadini romani che avessero residenza nella città, quasi a contrapporli a quelli che avevano partecipato alla costruzione e ampliamento di Costantinopoli ai quali sono invece riservate sostanziali restrizioni nelle elargizioni annonarie. D’altronde Costantinopoli si era resa protagonista di una terribile rivolta contro il governatore militare incaricato da Costanzo di allontanare il suo vescovo e quindi non poteva essere premiata. Stando alle fonti, insomma, Costanzo II si riconcilia direttamente con la parte occidentale dell’Impero e soprattutto con Roma, da decenni ormai emarginata nella politica imperiale.
3/4) 998 d.C.: Roma – Eccheardo, generale margavio dell’imperatore Ottone III, espugna la fortezza di Castel Sant’Angelo, nel quali si erano barricati i sostenitori dell’antipapa filo-bizantino Giovanni XVI. Il patrizio romano Crescenzo Nomentano, che aveva fomentato la rivolta contro il pontefice Gregorio V, viene decapitato sugli spalti e il cadavere sospeso per i piedi dietro ordine di Ottone. Lo storico Thietmaro ricorda ancora che al momento della sospensione, un timore indicibile si impadronisce di tutti i presenti. Un diploma di Ottone III, emesso quello stesso giorno, nel datare aggiunge “quando Crescentius decollatus suspensus fuit” (Monumenta Germaniae Historica, Diplomata, II, p. 710).
4/4) 1453 d.C.: Costantinopoli – Genovesi e Veneziani tentano di incendiare la flotta turca-ottomana che era penetrata nel Corno d’Oro, ma vengono respinti dall’artiglieria musulmana. Giacomo Coco, capitano di una nave trapezuntica, rimasto con i veneziani, doveva nottetempo attaccare la flottiglia infiltrata, sopraffarla, trasformarla in torcia con l’ausìlio di due barchini incendiari. Il piano fallisce: quando Coco si avvicina ai Turchi navigando sulle buie acque del Corno, essi lo accolgono con un improvviso e nutrito fuoco di artiglieria. La sua imbarcazione cola a picco, la galera che aveva il compito di coprire l’assalto comincia a bruciare, e l’equipaggio si mette in salvo raggiungendo a nuoto la riva. L’attacco notturno fallisce, probabilmente perché i Genovesi di Galata avevano tradito, rivelando il piano ai Turchi.
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