Accadde Oggi: 16 Aprile / 69 d.C.: suicidio di Salvio Otone, Aulo Vitellio imperatore
1/4) 69 a.C.: tra Brixellum, Lugdunum, Roma – L’imperatore Marco Salvio Otone, saputo della sconfitta delle sue truppe nella battaglia di Bedriaco contro le legioni renane dell’usurpatore Aulo Vitellio, per mettere fine alle stragi della guerra civile in corso, si suicida nella sua tenda a Brixellum.
«Esporre più a lungo ai pericoli questa vostra devozione, questo vostro valore, è, ritengo, un prezzo troppo alto per la mia vita. Tanto più grande è la speranza che mi offrite, qualora volessi vivere, tanto più bella sarà la morte. Io e la fortuna ci siamo misurati reciprocamente. Non calcolate la durata: è più difficile usare moderazione nella felicità, quando si sa che il suo tempo è breve. La guerra civile è stata aperta da Vitellio, quello è l’inizio della contesa in armi per il principato: voglio costituire un esempio, perché non si combatta per esso più di una volta. Da tale esempio giudichino i posteri Otone. Abbia Vitellio la gioia del fratello, della moglie, dei figli: non ho bisogno né di vendette né di conforti. Se altri hanno tenuto più a lungo di me l’impero, nessuno l’avrà lasciato con maggiore forza d’animo. O dovrò accettare che tanta gioventù romana, tanti meravigliosi eserciti siano ancora una volta falciati a terra e strappati allo stato? Lasciate ch’io vada sapendo che sareste morti per me, ma siete vivi. Non ritardiamo più oltre, io la vostra incolumità, voi la mia inflessibile decisione. Un lungo discorso d’addio è una parte di viltà. A prova suprema della mia determinazione, sappiate che non mi lamento di nessuno: prendersela con gli dèi o con gli uomini è gesto di chi vuol vivere.» [Tacito, Historiae, II, 47]
Durante i suoi funerali i sostenitori del defunto imperatore, desiderosi di rivalsa e immemori del gesto di Otone, offrono la porpora imperiale al senatore Lucio Verginio Rufo, cui era già stata offerta alla morte di Nerone, che nuovamente rifiuta, venendo arrestato (riuscendo dopo poco a fuggire). La notizia della morte di Otone non era stata comunque ufficializzata ai corpi militari e ai senatori che si trovavano in Emilia, nei luoghi delle battaglie: alcuni pensano si tratta di uno stratagemma del Senato per sfiduciare Otone a vantaggio di Vitellio, altri – nell’incertezza – passano dalla parte di Vitellio, riconoscendolo come nuovo imperatore.
Aulo Vitellio, che viene a conoscenza del suicidio di Otone mentre si trova a Lugdunum (Lione), riunitosi con i suoi generali Cecina Alieno e Fabio Valente, accetta la resa degli otoniani. Tuttavia commette alcuni errori madornali: da un lato punisce alcuni uomini delle legioni dell’Illirico (appartenute ad Otone), facendosele nemiche, dall’altro disloca ai quattro angoli dell’Impero tutte le legioni e le vexillationes e congeda le truppe ausiliarie batave e le coorti pretoriane che avevano contribuito al suo successo. Le conseguenze di questi provvedimenti avranno ampi risvolti in seguito all’intervento delle sette legioni (danubiane e orientali) di Vespasiano e Muciano, che avevano appoggiato Otone senza tuttavia intervenire nel conflitto.
Dopo aver compiuto un’altra rappresaglia nei confronti della popolazione civile nei pressi di Roma, Vitellio fa il suo ingresso nella capitale, venendo riconosciuto imperatore anche con l’approvazione da parte del Senato, abbandonandosi completamente ai piaceri e allo sfarzo.
2/4) 529 d.C.: Costantinopoli – Entra in vigore il Codex Iustinianus Vetus.
3/4) 778 d.C.: Casseuil-sur-Garonne – Nasce Ludovico il Pio, quarto figlio legittimo di Carlo Magno e Ildegarda. Diverrà re dei Franchi e imperatore del Sacro Romano Impero, succedendo a suo padre, dal 814 all’840 d.C..
4/4) 1090 d.C.: (?) – Muore Sichelgaita di Salerno, principessa longobarda, sorella dell’ultimo principe longobardo Gisulfo II e seconda moglie del normanno Roberto il Guiscardo. Partecipò in prima persona al fianco del marito nei combattimenti contro l’Impero bizantino a Durazzo e a Cefalonia: viene per questo definita dalla storica bizantina Anna Comnena, sua contemporanea, «come un’altra Pallade, se non una seconda Atena».
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